Il Parco Regionale del Partenio si appresta a ospitare una straordinaria iniziativa all’insegna del benessere e della ricerca scientifica: la prima esperienza di Terapia Forestale condotta secondo il protocollo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Un evento pionieristico, reso possibile grazie alla sinergia tra il Parco stesso e il CNR, e guidato dalla psicoterapeuta Tania Re, figura di spicco nella collaborazione nazionale tra il CNR e il Club Alpino Italiano (CAI).
La metodologia adottata poggia su solide basi scientifiche: si avvale di studi effettuati in collaborazione con il CERFIT dell’AOU Careggi di Firenze, il MASAF, il Ministero della Salute e numerose università italiane. Un approccio rigoroso che unisce scienza e natura, con l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico attraverso l’immersione consapevole nell’ambiente forestale.
Il programma si sviluppa su due giornate consecutive. Sabato 21 giugno, alle ore 9, presso il rifugio Toppo del Monaco a Pietrastornina (Avellino), si terrà un corso di formazione rivolto agli psicologi. L’accesso è riservato ai prenotati, e sarà seguito da un pranzo con servizio catering per i partecipanti registrati.
Domenica 22 giugno, sempre alle ore 9, l’iniziativa entrerà nel vivo con la sessione di Terapia Forestale vera e propria, ospitata dall’Oasi WWF Acqua delle Vene a Pannarano. Dopo la registrazione, i partecipanti compileranno il consenso informato e i primi questionari, per poi iniziare, entro le ore 10, un percorso prequalificato all’interno del bosco. Al termine dell’escursione, si ritornerà al punto di partenza per la compilazione del secondo questionario. Anche in questa giornata è previsto il pranzo per coloro che ne avranno fatto richiesta al momento della prenotazione.
«Sì, è un’iniziativa che si sviluppa in due giornate. Il primo giorno è dedicato alla formazione degli psicologi, mentre il secondo è riservato a un’esperienza pratica sul campo, rivolta agli stessi psicologi formati» spiega Francesco Iovino, Presidente del Parco del Partenio. «Si tratta di un progetto interessante e unico nel suo genere in Campania: è infatti il primo e finora l’unico che punta a qualificare il territorio del Parco del Partenio attraverso l’attestazione di alcuni siti specifici. Contestualmente, si formano professionisti clinici specializzati. Durante questi due giorni sarà anche effettuata una misurazione della qualità dell’aria, che servirà a certificare l’idoneità del sito per questo tipo di attività. Se l’esito sarà positivo, rappresenterà una grande opportunità, sia per il territorio sia in termini di formazione e occupazione qualificata nel settore della salute e del benessere psicofisico».
A proposito della partecipazione, Iovino aggiunge: «Abbiamo pubblicato un avviso di manifestazione di interesse sul sito del Parco, e lo abbiamo ampiamente diffuso. Possono partecipare psicologi in possesso dei requisiti per l’iscrizione all’albo».«I posti disponibili sono fino a un massimo di quindici. La selezione avverrà in base all’ordine cronologico di arrivo delle domande. Eventuali uditori saranno comunque ammessi, non ci sono problemi. E se l’esperienza andrà bene, sicuramente valuteremo di ripeterla».
«Esattamente. Se tutto andrà come previsto, potremo dare al territorio una grande opportunità di sviluppo sostenibile, anche come risposta concreta allo spopolamento delle aree interne. Il progetto punta infatti a creare lavoro qualificato, offrendo nuove prospettive di occupazione e crescita per i giovani professionisti» conclude il presidente.
Sulla rilevanza scientifica dell’iniziativa interviene Luigi Iozzoli, componente del Comitato Scientifico Centrale del CAI – Club Alpino Italiano: «Per anni abbiamo coltivato la suggestione — per così dire — che la montagna facesse bene alla salute. Oggi, però, non siamo più nel campo delle semplici sensazioni: abbiamo evidenze scientifiche che dimostrano in modo chiaro e misurabile quanto questa convinzione sia fondata».
«Il grande passo avanti è proprio questo: ciò che un tempo era solo una percezione diffusa — cioè che una giornata in montagna ci faccia stare meglio — oggi è un fatto scientificamente provato».
«Ma come si misura questo beneficio? Lo si fa analizzando le sostanze emesse dalle piante — in determinati orari della giornata e in specifici tipi di foresta — e osservando gli effetti che questi composti volatili, o aerosol, hanno sulle persone. Gli effetti vengono poi verificati attraverso test psicologici e fisiologici condotti sui soggetti esposti».
«I benefici interessano un ampio spettro di patologie molto diffuse, dall’ipertensione alle problematiche cardiache, e così via. Tant’è che, in alcune regioni italiane, le ASL e gli ospedali hanno già avviato procedure per utilizzare queste pratiche come terapie di supporto, integrandole nei percorsi di cura».