E’ un invito a non inseguire i nuovi modelli comunicativi che privilegiano l’immagine e l’immediatezza sui contenuti ma a farsi artigiani della verità quello lanciato nel corso del confronto su giornalismo e Generazione Z, tenutosi questo pomeriggio al Circolo della stampa, moderato dalla giornalista Simonetta Ieppariello, nell’ambito del ciclo di incontri formativi promossi dall’Ordine dei Giornalisti della Campania. A sottolinearlo con forza la dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Fiorella Pagliuca che spiega come “il giornalismo deve continuare a svolgere il suo ruolo di sentinella della democrazia ma è necessaria una rivoluzione del mondo dell’informazione che coinvolga non solo le redazioni ma sia il frutto di un’alleanza educativa tra scuola e società. Se è vero che è importantissimo avvicinare i giovani all’universo dell’informazione, suscitare in loro il desiderio di conoscere, al tempo stesso è fondamentale promuovere in loro una coscienza critica, far entrare la vita reale nella scuola perchè siano in grado di distinguere differenti tipi di notizie e fonti di informazione, individuando fake new e notizie reali. La sfida è quella di non demonizzare i nuovi strumenti di comunicazione ma di educare gli studenti a un corretto uso dei social, capire come catturare il loro interesse e rispondere alle loro esigenze senza rinunciare alla complessità del ragionamento”.
E’ Alessandra Malanga, consigliera dell’Ordine dei giornalisti della Campania a evidenziare come il desiderio di informazione sia diffuso tra i giovani ma siano cambiati i canali che utilizza la generazione Z, rappresentati dai social, di qui la necessità di un differente modo di fare informazione che guardi alle nuove generazioni, nel rispetto della deontologia “Siamo chiamati ad adattare l’informazione ai nuovi canali perchè sia semplice per loro orientarsi tra le migliaia di notizie da cui sono bombardati”. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Campania Ottavio Lucarelli pone l’accento come “L’informazione resiste, va avanti, non smette di attrarre i giovani. Da parte sua, l’Ordine vuole offrire il suo contributo per garantire una corretta informazione. Da giugno abbiamo un nuovo codice deontologico che per la prima volta affronta il problema dell’intelligenza artificiale e della violenza di genere. Al tempo stesso si tratta di ribadire che i social non sono zona franca in cui tutto è permesso”. Il professore Giorgio Giannone Codiglione, docente di diritto privato e delle nuove tecnologie all’Università di Salerno sottolinea il vuoto legislativo legato all’uso delle piattaforme “E’ chiaro che diventa difficilissimo disciplinare il flusso di informazioni in cui siamo immersi, si è passati da un codice che sanciva la responsabilità dell’editore a una legislazione che libera la piattaforma da qualsiasi responsabilità nella pubblicazione dei contenuti. Ma è chiaro che quando parliamo di social, facciamo riferimento a una gestione privatistica legata alla captazione di click e dell’attenzione che vale più della qualità dei contenuti. Al tempo stesso, è evidente che la nostra Carta Costituzionale non può essere scavalcata da regolamenti legati a piattaforme estere. Altro nodo è quello della regolamentazione dell”accesso dei minori, così come bisogna fare i conti con modalità differenti di formazione dei contenuti e figure nuove come quella del creator digitale. Se si pone la necessità di reintrodurre la responsabilità editoriale nella gestione dei social si avverte anche l’esigenza di rivedere l’approccio all’informazione”.
Antonio Dello Iaco, delegato regionale Scu Campania. ribadisce come centrale nelle sfide future sia il dualismo tra comunicazione e informazione con l’emergere di figure come quelle del social media manager “IL modello a cui guardano i giovani è quello di Instagram in cui prevalgono video e immagini ma è chiaro che il rischio è quello di rincorrere la notizia più accattivante a spesa dell’approfondimento. Di qui l’importanza di rendere gli utenti sempre più consapevoli e di trovare nuove strade per veicolare l’informazione così da renderla accessibile ai giovani”.