COMUNICATO STAMPA: IDONEI CON RISERVA PER Il SUPERAMENTO DEL DECRETO SALVINI – Legge n.12 / 2019 art.11 comma 2 bis.
Scriviamo il presente comunicato al fine di illustrare la situazione che, in questo periodo, sta penalizzando un corposo gruppo di giovani, di cui facciamo parte.
All’interno del “Decreto Semplificazioni”, fortemente voluto da Salvini attraverso cui è stato possibile attingere mediante scorrimento dalla graduatoria di un concorso ministeriale riguardante la Polizia di Stato, per ampliare le unità in tale Forza dell’Ordine, è presente una grave discriminazione relativamente all’ Art. 11 comma 2-bis, del decreto legge n. 135/2018 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 12/2019, che rimanda al medesimo decreto.
Nello specifico, con tale Art. si è dato avvio ad un processo retroattivo con cui sono stati esclusi migliaia di giovani dallo scorrimento della graduatoria del concorso “893 Allievi Agenti della Polizia di Stato” emanato il 26 maggio 2017, poiché a detta del suddetto decreto, non possedevano i nuovi requisiti previsti.
L’esistenza di tale graduatoria – 893 Allievi Agenti della Polizia di Stato – può essere contestualizzata all’interno del Concorso 1148 Allievi Agenti della Polizia di Stato – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 4^ Serie Speciale “Concorsi Ed Esami” – del 26 maggio 2017 – e in tal senso, se non si considerasse tale imprescindibile legame, la graduatoria stessa non avrebbe alcun fondamento né valenza.
Nel marzo 2019 è stato dato avvio al procedimento finalizzato “all’assunzione di 1.851 allievi agenti della Polizia di Stato, mediante scorrimento della graduatoria della prova scritta di esame del concorso pubblico per l’assunzione di 893 posti di allievi agenti della Polizia di Stato” di cui sopra, approvato con il “Decreto Semplificazioni”.
In tale contesto, contro nostro profondo rammarico, sottolineiamo quanto arbitrariamente sia stato deciso, escludendo e penalizzando chi, alla data del 1 gennaio 2019, avesse più di anni 26 o non avesse conseguito il diploma di Istruzione secondaria, contrariamente a quanto stabilito dal bando di concorso del 2017.
Le spiegazioni politiche avanzate dagli esponenti della Lega – partito che ha presentato l’emendamento in questione – ci invitano a considerare i due procedimenti volti all’assunzione, come due distinti concorsi, ovvero indipendenti l’uno dall’altro.
Ad oggi, noi ragazzi continuiamo a domandarci come sia possibile giuridicamente considerare questo nuovo procedimento di assunzione indipendente dal precedente, dal momento che la graduatoria, da cui sono stati convocati tramite “scorrimento” i candidati per poter espletare l’iter concorsuale, dipenda strettamente dal concorso del 2017.
Inoltre, la graduatoria così selettivamente modificata, sembrerebbe quasi una convocazione diretta e non meritocratica. Difatti, molti candidati che hanno conseguito voti altissimi, sono stati esclusi dalla stessa favorendo in questo modo candidati, sì più giovani e in possesso del diploma di scuola secondaria, ma con voti di gran lunga inferiori (i candidati esclusi hanno conseguito anche 76/80 e si sono visti scavalcare da chi invece aveva conseguito 66/80, con un differenziale di 10 domande errate in più).
Con l’avvio del procedimento amministrativo, datato 13 marzo 2019, all’interno del quale sono stati inclusi solo coloro in possesso dei nuovi requisiti, siamo stati costretti a ricorrere presso il Tar del Lazio il quale, in prima istanza, ci ha concesso la sospensione del giudizio, consentendoci, in qualità di ricorrenti, di poter ultimare l’iter concorsuale e ritenendo pregiudizievole tale operato da parte dell’Amministrazione.
Ad oggi, alla fine del percorso di selezione, 455 ricorrenti sono risultati IDONEI, anche se con riserva in relazione al ricorso presentato, a svolgere la mansione del citato procedimento di assunzione.
Facendo testo la decisione del Tar di concederci la sospensione del giudizio anche per un eventuale” avvio al corso di formazione”, noi ragazzi ci aspettavamo di essere inseriti nella graduatoria finale di merito pubblicata in data 13 agosto 2019, cosa che invece non è avvenuta.
Contrariamente alle nostre banalissime speranze, che abbiamo coltivato per un lasso di tempo relativamente breve, non essendo stati minimamente menzionati, abbiamo dovuto ricorrere nuovamente presso il Tar del Lazio per chiedere che venisse rispettata la sospensione del giudizio inerente al nostro avvio al corso di formazione.
Con decreto monocratico del Presidente del Tar del Lazio nella seconda metà del mese di agosto ci è stato riconosciuto il diritto di essere avviati al corso di formazione. Sono risultati vani i tentativi da parte dell’Avvocatura Generale dello Stato, che ha chiesto la revoca del sopracitato decreto monocratico, poiché nessun giudice lo ha revocato.
Ad oggi, purtroppo, siamo ancora in una fase di completo stallo. Siamo rimasti in attesa dell’udienza collegiale che confermasse il nostro avvio al corso di formazione, iniziato il 29 agosto 2019, per chi risulta presente in graduatoria finale, e, in tale frangente, facendo i conti con il fatto che altri candidati, seppur in posizioni più basse in graduatoria, ci abbiano scavalcato.
Alla data del 13 settembre 2019, il Tar del Lazio, Sezione Prima Quater, ha pronunziato ordinanza sul ricorso numero di registro generale 5159 del 2019, ACCOGLIENDO le istanze cautelari e di esecuzione e AMMETTENDO con riserva i ricorrenti al corso di formazione oggetto degli impugnati provvedimenti.
Il medesimo giorno, tuttavia, la medesima sezione giudicante del Tar del Lazio presenziata dall’On. Carmine Volpe, ha pronunziato analoga ordinanza sul ricorso numero di registro generale 5041 del 2019, CONFERMANDO per la trattazione di merito del ricorso, l’udienza pubblica del 3 aprile 2020. Stando così gli eventi, abbiamo assistito ad una ulteriore disparità di trattamento, dal momento che stessi idonei, giudicati dalla stessa sezione del Tar del Lazio, non sono stati ammessi di fatto alla frequentazione del corso di formazione.
Vista e considerata dunque, la “non ottemperanza” della sospensione del giudizio, ad oggi, ci sono stati arrecati non pochi danni di svariata natura, in particolar modo per la nostra futura carriera.
Noi ci sentiamo trattati come “merce” scaduta, “come vecchie scarpe rotte”, come perdenti e falliti, come persone che, nonostante abbiano solide esperienze di vita, per lo Stato non sono abbastanza. A parità di sacrifici, in termini di tempo ed economici anche sostenuti dalle nostre famiglie, siamo stati trattati diversamente rispetto a coloro che oggi hanno invece iniziato il corso di formazione.
Con la costituzione di questa nuova coalizione di governo confidiamo che il PD, il quale ci ha sempre sostenuto in questa vera e propria battaglia, e il M5S, che ha sempre affermato di aver votato e approvato il sopracitato emendamento obbligati dalla Lega contro la propria volontà (specialmente dopo che abbiamo constatato che il 5 settembre, durante il primo Cdm si è provveduto alla cancellazione di una legge regionale fortemente discriminante), possano in tempi brevi risolvere questo nodo cruciale in nome della “giustizia”.
Gli Aspiranti Allievi Agenti della Polizia di Stato.