“Vogliamo che la cittadella della carità diventi un luogo della cura, uno spazio dove fare scorta di felicità e condivisione così da raggiungere anche chi non ha il coraggio di chiedere aiuto. Gli ospiti della Mensa dei poveri sono solo una piccola parte dei vulnerabili della città”. A sottolinearlo Antonio D’Orta, direttore della Caritas che spiega: “Saranno circa un centinaio i commensali del tradizionale cenone della Vigilia alla Cittadella, con la partecipazione degli ospiti del dormitorio e della Mensa e dei volontari con le loro famiglie, a cui si affiancherà la consegna dei pasti a domicilio. Tra i partecipanti al cenone anche famiglie che in passato sono stati ospiti della Mensa ma che hanno superato il momento di difficoltà e hanno voluto essere al fianco di chi soffre. Ed è un segnale positivo che il dormitorio nella Notte di Natale si sia quasi svuotato, è il segno che si è compreso che la cittadella è uno spazio per un intervento di emergenza ma non risolutivo. Molti andranno a dormire in queste notti a casa di amici. Sono circa 600 i pasti distribuiti ogni mese e riguarda italiani e stranieri. La povertà è un fenomeno multidimensionale, non è solo un fatto economico che può essere risolto con l’aiuto di tutti, è chiaro che resta il problema della solitudine e del disagio psicologico che caratterizza una larga fetta della città. I centri di ascolto vogliono essere una prima risposta ma anche delle antenne sul territorio. E’ chiaro che c’è bisogno di una rete delle istituzioni. Abbiamo voluto, inoltre, far sentire la nostra presenza anche nel Carcere di Bellizzi con un pranzo per i 600 detenuti. Di qui l’invito ad essere accoglienti e prossimi perché questo luogo diventi spazio della cura. Nel 2026 dovremo cercare di avvicinare quante più persone possibili. Abbiamo voluto, inoltre, rendere questo luogo sempre più accogliente, inaugurando anche la bella stampa donataci dal vescovo, raffigurante la moltiplicazione dei pani e dei pesci”.




