La procura di Avellino ha disposto un sequestro preventivo di urgenza di 95mila euro, presunto provento corruttivo dei funzionari pubblici della Provincia di Avellino coinvolti nell’ inchiesta Dos Des della Guardia di Finanza del Nucleo Pef di Avellino.
Alla vigilia dell’udienza davanti ai magistrati del Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino, il pm Fabio Massimo Del Mauro ha firmato il provvedimento d’urgenza relativo alla somma nei confronti di tutti gli indagati, in particolare quella sequestrata nei confronti di A.R a all’interno della sua abitazione (circa 60mila euro nascosti sotto vuoto) e circa 30mila euro invece custoditi in una cassetta di sicurezza, che attraverso il suo legale Claudio Frongillo, aveva proposto l’annullamento del sequestro probatorio della somma. Il provvedimento è stato eseguito dai militari delle Fiamme Gialle agli ordini del tenente colonnello Mario Aliberti. Il decreto sarà nelle prossime ore al vaglio del Gip del Tribunale di Avellino.
Intanto i militari delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Avellino sono tornati qualche giorno fa a Palazzo Caracciolo per acquisire ulteriore documentazione relativa al Settore Edilizia Scolastica e ai due appalti finiti nel mirino dell’inchiesta.
I militari del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria delle Fiamme Gialle avevano già acquisito una serie di documenti e con l’ ausilio dei due consulenti nominati dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro, anche la copia dei dispositivi. Nell’inchiesta, oltre ai tre funzionari della Provincia S.D. A.R e C.C. ci sono anche gli imprenditori E. L. e G. P. I militari delle fiamme gialle oltre a passare al setaccio determine e atti di gara relativi ai due funzionari e alle due imprese coinvolte nella presunta trama corruttiva, hanno già lavorato per mesi su conti correnti e bonifici degli indagati, oltre che sulle tracce emerse dai tabulati telefonici.
E proprio dal conto corrente di S.D. sarebbero emersi alcuni elementi importanti, che hanno corroborato il quadro indiziario nei suoi confronti. Due bonifici per 700 euro circa in occasione del matrimonio della figlia di uno dei due imprenditori coinvolti nell’inchiesta, una serie di bonifici ricevuti dalla cinquantacinquenne A.R., la presunta “tesoriera” circa 2200 contatti con un numero riferibile ad uno dei due imprenditori ed infine un altro particolare.
Tra agosto 2024 e novembre dello stesso anno, dal conto corrente del funzionario di Palazzo Caracciolo non sarebbero state prelevate somme notevoli, neppure per eventuali rimborsi della vacanza in un resort pugliese pagata secondo le indagini da uno dei due imprenditori. Domani mattina saranno discussi davanti al Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino le istanze di annullamento di sequestro presentate dalla difesa dei cinque indagati difesi dagli avvocati Nello Pizza, Ennio Napolillo, Claudio Frongillo, Giorgio Palma.