Al Comune di Avellino sta andando in scena lo spettacolo dei Gattopardi: rivoluzionare tutto per non cambiare niente. Si minaccia il ribaltone ma poi non si fa. Ieri pomeriggio, nell’Assise che doveva fare chiarezza sulla verifica di maggioranza si è solo ottenuto di perdere altro tempo. L’inciucio con il Pd non c’è stato e magari in giunta rivedremo magicamente tutti e sette gli assessori festiani scomparsi. Tecnicamente, fino ad una eventuale surroga, che guarda caso ancora non c’è stata, restano tutti e sette formalmente in carica. Tant’è che sul sito istituzionale del Comune i loro nomi ci sono ancora tutti, anche i tre revocati dalla sindaca. Nel consiglio comunale di ieri la bufera di maggioranza si è plasticamente rivelata per quello che era: nulla. Ci hanno abbagliato con consultazioni, interlocuzioni, consiglieri regionali che si facevano vedere al primo piano di Palazzo di Città per far annusare chissà quale inciucio politico in chiave anti-Festa, riunioni, calunnie su compravendite di consiglieri comunali a colpi di posti di lavoro… insomma: un mega polverone naufragato poi in un clamoroso nulla di fatto. Abbiamo scherzato.
LA GIUNTA RESTA INVARIATA E LE CASELLE DELLE PARTECIPATE RESTANO VUOTE
E vuote restano per il momento anche tutte le cariche che il Comune deve assegnare nelle varie aziende Partecipate, due su tutte: Acs e Piano di Zona Sociale. Mentre, sempre su questo fronte, resta al suo posto di presidente del consiglio di amministrazione del Rubilli, il padre della sindaca, il dottore Aldo Nargi: ieri in Aula il consigliere Antonio Gengaro era tornato alla carica sull’incompatibilità, ma la sindaca si è fatta trovare pronta: ha dato la parola alla Segretaria generale del Comune Maria Luisa Dovetto e ha fatto chiarire ufficialmente che quell’incompatibilità non esiste; la nomina al vertice della Casa di Riposo Rubilli (un ente pubblico il cui Cda fa capo per una parte al Comune di Avellino e per l’altra alla Regione Campania) è stata fatta dal sindaco precedente, Gianluca Festa, e quindi il dottore Nargi può rimanere in carica fino alla fine naturale del suo mandato presidenziale.
DUE ADOLESCENTI, UNA TEMPESTA ORMONALE E 20 CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA BISTRATTATI
Ormai la sensazione è che si divertano a litigare solo per poi fare pace. Come se fossimo di fronte a due adolescenti invece che a due amministratori pubblici. Non resta che sperare in un rapido passaggio dalla fase degli ormoni in subbuglio a quella dell’età adulta. Di fronte a loro c’è il centrosinistra con i suoi otto consiglieri comunali che sperano che il litigio continui il più possibile e nel frattempo denunciano l’immobilismo amministrativo. E mentre al fianco dei due litiganti c’è anche tutta un’altra folta schiera di consiglieri comunali, i 20 della cosiddetta maggioranza, che si ritrovano in balìa delle quotidiane tempeste ormonali dei rispettivi leader. Spettatori di un caos che li vede inermi e che ha prodotto nel giro di poche settimane solo trasmigrazioni da un gruppo all’altro e creazioni di gruppi nuovi (sempre di maggioranza): piccoli smottamenti interni che rivelano grandi incertezze e grande frustrazione. Magari saranno proprio loro, alla fine, a mandare tutti al diavolo e a fare quello che nessuno vuole fare: andare a casa.