“Egregio Sindaco, Caro Marco,
accolgo con grande favore la Tua proposta. Sposo in pieno le Tue considerazioni che faccio mie. È assolutamente da tentare questo percorso proprio per le ragioni indicate nella missiva inviata ai sindaci del Mandamento.
Sottolineo che è fondamentale la partecipazione dei cittadini a questo processo. Devono essere assolutamente protagonisti di una decisione del genere, nelle forme che garantiscono il più ampio coinvolgimento. Il referendum può rappresentare una strada importante in tal senso.
Sono fiducioso rispetto alla risposta delle popolazioni locali. La Comunità Mandamentale, nei fatti, già esiste. Quest’area del territorio che fa da cerniera tra le province di Avellino e Napoli ormai è matura e agisce come comunità unita. Basti pensare alle istanze, alle esigenze, alle proposte che giungono dai sei Comuni e dai cittadini. Qualche steccato che forse ancora esiste si potrà considerare facilmente superabile.
Dal punto di vista urbanistico non c’è soluzione di continuità tra i vari paesi, non esistono divisioni evidenti tra i residenti, gli amministratori – e questo merita un plauso – ragionano già da tempo in un’ottica di condivisione delle scelte a favore del territorio. Uno straordinario esempio di sinergia, al di là dei campanilismi e delle casacche politiche.
L’osservatorio privilegiato dell’Amministrazione provinciale, che mi onoro di rappresentare, ha irrobustito la consapevolezza della necessità di operare per aree omogenee del territorio proprio per una maggiore efficacia ed efficienza di azione.
I benefici che ne derivano sono sotto gli occhi di tutti.
Sarà per me un privilegio poter fornire il mio piccolo contributo a questa iniziativa che sicuramente costituirà una marcia in più per il rilancio e lo sviluppo del Mandamento.
Il percorso, ovviamente, impone delle tappe e potrebbe presentarsi irto di ostacoli. Voglio citare, a questo proposito, l’esperienza che sta portando avanti Gianluca Palma, ideatore e fondatore de “La Scatola di Latta”. Esperienza importante: insegna che allearsi è la più grande rivoluzione del nostro tempo, perché i processi creativi che si innescano, rimodulano il rapporto della comunità con il proprio territorio. La gente ora si accorge del luogo in cui vive, percependone la bellezza inesplorata, notandone anche le mancanze, le carenze. Così da cittadini erranti si diventa protagonisti del proprio territorio.
Anche Papa Francesco illumina il concetto di comunità. Attraverso le sapienti metafore introduce il senso, non di semplice aggregazione, ma di consapevole appartenenza: una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere.
Abbiamo il dovere di incamminarci, da subito”.