L’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa, oggi vicepresidente della Camera, in campo a sostegno della raccolta firme per le proposte di referendum contro la caccia. Un’iniziativa che ha visto Costa ospite ad Avellino del Jigger bar, nel corso di un’iniziativa promossa da Sara Spiniello, Referente Regione Campania di Cadapa Avellino. “Alla luce delle modifiche della legge di stabilità sono due le norme che contestiamo – spiega Costa – la prima consente a chiunque eserciti la caccia di entrare nei fondi altrui senza autorizzazioni, con il rischio per i comuni cittadini di trovarsi vicino casa dei bracconieri. La seconda norma offre la possibilità di esercitare la caccia in tutti i periodi dell’anno, anche quando ci sono problemi con la biodiversità, aggredendo la fauna selvatica ed esponendo la popolazione a rischi per la pubblica incolumità. Si tratta di una norma che non è coerente con il valore attribuito alla biodiversità dalla Carta costituzionale. Abbiamo chiesto anche a tutte le Regioni di porre dei limiti ma abbiamo incontrato scarsa sensibilità da parte delle giunte regionali”
E sull’emergenza nubifragi in Emilia, sottolinea come “L’Italia è uno dei paesi con la più alta percentuale di fragilità per alluvioni, il 94% dei comuni sono interessati da questo problema. I fondi per contrastare il dissesto idrogeologico ci sono ma vanno spesi bene. Nel Proteggi Italia del Conte 1 e 2, abbiamo inserito una programmazione per 14 miliardi di euro. Del resto, i presidenti delle Regioni sono anche commissari per il dissesto idrogeologico e possono muovere finanziamento. Il dato con cui dobbiamo fare i conti è che c’è lentezza per il codice degli appalti che va, dunque, cambiato, sostenendo i comuni con uffici tecnici affaticati e che hanno, dunque, più difficoltà a fare progettazioni.
Quanto alle aree interne “Possono essere rilanciate con una politica di defiscalizzazione, agevolando le attività green, perchè questi territori non siano spopolati. Esiste una legge a riguardo ma non è stata rifinanziata. Quanto al Pnrr, non vedo investimenti forti sulle infrastrutture, penso, ad esempio, a interventi su linee di comunicazione su rotaia”
Inevitabile il riferimento all’autonomia differenziata “Si fonda su un elemento di base, che il residuo fiscale rimanga in quella regione, inevitabilmente, dove ci sono attività produttive maggiori, il 90% resterà su quel territorio, dove c’è di meno arriveranno meno fondi. Si allarga, dunque, la forbice tra Nord e Sud. Penso in particolare ai piccoli comuni che saranno penalizzati. L’Italia è uno, non può esistere l’Italia dei fatti propri in cui ogni regione pensa a sè. Bisogna fare in modo che le risorse vengano distribuite bene e ci sia un sistema di gestione della risorse, Al tempo stesso bisogna favorire l’acquisizione di risorse nuove, oggi abbiamo un’evasione 100 miliardi di euro su base annuale”
E sull’ipotesi di uno schieramento di campo largo in relazione alle prossime amministrative “Deve corrispondere a una progettazione concreta, se è costruito così ben venga, se è costruito solo per presentarsi uniti, non serve a niente, perchè Avellino risorga ci vuole una visione concreta”