“L’obiettivo che ci proponiamo è fare in modo che le vittime non si sentano mai sole”. A sottolinearlo il prefetto Rossana Riflesso in occasione dell’evento “Metamorfosi: dal silenzio alla voce”, promosso dalla Prefettura di Avellino in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, il Conservatorio e le associazioni Demetra e La Goccia. “Volevamo evitare la retorica – spiega Riflesso – che a parlare fossero testimonianze e azioni concrete per coinvolgere il maggior numero di studenti, ricordando come chiedere aiuto è fondamentale per liberarsi dagli uomini violenti”. Sottolinea come “Sono seicento le vigilanze disposte a tutela di donne vittime di violenza e, talvolta, anche di uomini, poiché anche alcuni uomini sono vittime. Non esistono distinzioni d’età quando si parla di vittime di violenza. E non ci sono dubbi che la risposta debba partire dalla cultura”
A ribadire il ruolo centrale dell’educazione il Provveditore Fiorella Pagliuca “Dobbiamo costruire un villaggio educativo intorno ai nostri ragazzi per contrastare gli stereotipi di genere e la cultura patriarcale che ancora è presente in n subdola nella nostra società, aiutando le nuove generazioni a riconoscere le diverse forme di violenza, da quella fisica o sessuale a quella psicologica. È la violenza che si consuma sui social, tramite comportamenti e atteggiamenti in cui la donna viene violata e offesa in tanti modi”. Pone l’accento sulla necessità di educare i ragazzi ad accogliere la “cultura del rispetto reciproco, ad accettare la sofferenza di un rifiuto. Dalle storie drammatiche di violenza — 77 femminicidi dall’inizio dell’anno, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale ‘Non una di meno’ — vogliamo ricostruire una speranza”. E’ il procuratore Domenico Airoma a ribadire l’importanza di chiedere aiuto. “Queste storie ci ricordano che non siamo solo corpo ma cuore, un cuore che va educato. Sono cuori feriti che sono rinati perchè hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto”. Tante le testimonianze, a partire da quelle dei familiari di vittime di violenza come Milena Russo, sorella di Antonella, uccisa dal convivente della madre che ribadisce come “L’amore non è mai ossessione”.



