di Antonio Polidoro
Trentasei anni di vita per un Festival canoro non è cosa da poco… Non c’è più traccia di tante iniziative del genere nate tra gli anni sessanta e settanta.. Il Festiva per Voci Nuove di Montefredane, vivo e vegeto, cresce e si arricchisce in qualità e riconoscimenti. Da piccola iniziativa di provincia ha gradualmente assunto rilievo nazionale con l’inserimento tra i Grandi Festivals Italiani e col gemellaggio col Campania Festival. Una crescita inarrestabile come tutto ciò che si può contare su una “firma” affidabile. Ed Elio Spagnuolo, che firma l’affermata iniziativa , lo tiene in vita con la caparbia volontà di vederlo crescere ed affermarsi. Avrebbe potuto trasferirne la sede nel vicino capoluogo di provincia ma ha sempre fortemente voluto che diventasse un momento fisso (ma si potrebbe ormai dire “storico”) nella vita civile, sociale e culturale di Montefredane. E come tutte le iniziative di successo son cose non si inventano qualche settimana prima dell’evento: nessuna concessione all’approssimazione e all’improvvisazione… Elio Spagnuolo ci lavora tutto l’anno. Vi si dedica in forza delle sue grosse e collaudate capacità organizzative e di una passione per la musica che è parte integrante della sua storia. Elio è personalità culturalmente “multiforne”, forte di una indiscutibile cifra eclettica. La sua formazione è perciò varia e complessa: spazia dagli studi musicali al Conservatorio Cimarosa ai robusti studi teologici col valore aggiunto di una brillante attività nelle alte sfere amministrative della Regione Campania e nel grande associazionismo sociale di matrice cristiana. Un bel profilo culturale che ha saputo e voluto trasferire in questa sua “creatura”. Aspettiamo, percio’, con trepidazione, questa nuova edizione, come sempre arricchita dal prestigio del maestro Tempera. Ma quest’anno c’è qualcosa di nuovo sotto il sole ( ma si potrebbe dire sotto la luna..) : il Festival riconquista la Piazza . Si terrà all’ombra del Tiglio secolare e ad un tiro di schioppo dal Castello che appartenne a Carlo Gesualdo la cui ombra campeggia tra le mura del vecchio maniero : una gigantesca figura della storia della vocalità vigila, dunque, sul Festival di Montefredane . Che vivrà a lungo come il suo appassionato “inventore”. Un momento di sana competizione, peraltro, che ricorda, non foss’altro per la provvidenziale contiguità al Castello ritrovato, gli antichi tornei. Non più a colpi di spada e lance accuminate ma a colpi di …note. Ancora un messaggio di pace in questi tempi difficili…