Inutile girarci intorno: l’unica soluzione per la sindaca Laura Nargi è ora di trovare una maggioranza senza i festiani. Non si torna indietro. I festiani sono già all’opposizione. La mozione programmatica presentata oggi in conferenza stampa dai gruppi di Davvero e W la Libertà è un tentativo di mediazione con l’intento spingere la sindaca a prendere una posizione contraria. Per farle ammettere che lei non ci sta, quando in realtà a non starci è Festa, che avrebbe voluto di nuovo i suoi sette assessori.
Ma la sindaca ha occupato già cinque caselle su nove. Ne rimangono vacanti quattro e non bastano, perché i festiani sono fermi al dato delle elezioni, al consenso maggioritario che hanno ottenuto. E poco importa se hanno perso quattro consiglieri: è successo dopo, in Aula.
Se Festa e i suoi sono all’opposizione, la sindaca si rivolge a chi è stanco delle bellurie e delle mediazioni che si sono consumate in queste settimane, a chi è stremato dal tiremmolla e dall’ incertezza, a chi si sente pronto a lavorare per una estate di luci e feste senza Festa. La sindaca chiama chi vuol continuare a sedere a Palazzo di città, in consiglio o in giunta, chi ha un interesse, una motivazione forte a farlo, qualsiasi essa sia.
La sindaca ha bisogno di una maggioranza e la giunta necessita di un’aggiunta che non sia Festa. Si dice che Nargi potrebbe chiamare due assessori di Forza Italia: Gerardo Melillo – coordinatore cittadino di Forza Italia e Sergio Trezza, incassando tre voti in più in Aula, considerato che a Geppino Giacobbe, di Moderati e Riformisti, andrebbe una delega esterna. E siamo a 13, compreso il voto della sindaca.
Significherebbe cambiare i connotati della maggioranza, ma per governare si deve farlo. Com’è necessaria pure una intesa col Pd, con una frangia del Pd. Altrimenti non ci sarebbe una maggioranza. Un Pd diviso, Fi, Coraggiosi e Siamo Avellino basterebbero comunque a stento. E allora qualche festiano potrebbe passare con Nargi.
Si tratterebbe di una manovra di decomposizione e ricomposizione di maggioranza e opposizione che non troverebbe riscontro se non nella logica politica dell’antifestismo, non nel potere di mandato elettorale ma in un opposto potere di mandato, cioè il potere di manovra politica. Basta azzerare e fare un appello ai volenterosi, ai valorosi.
Ma anche se ma nuova maggioranza dovesse votare in Aula un nuovo programma non sarebbe il programma che hanno voluto i cittadini al momento del voto, ma un programma che fa da collante ai gruppi di consiglieri di maggioranza, comunque senza la forza democratica che legittima una azione politica incisiva perché determinata. Sarebbe un governo di scopo, di salute pubblica per fare alcune cose a stretto giro, il tempo delle regionali, aspettando le provinciali, un governo che nasce da un impellente bisogno di governare per il futuro di Avellino, per rinascere: perché a dieci mesi dal voto non si può tornare al voto, perché ci sarebbe altrimenti un lungo commissariamento che la città non merita, perché la politica può fare di più e meglio per tutti. O no?