“Ma no che non abbiamo un padrino politico o un padrone. Siamo responsabili, ecco tutto, siamo coerenti, restiamo dove stiamo, dove siamo sempre stati, cioè con la sindaca Nargi”. A parlare è Michele Lombardi, di Coraggio per Avellino, uno dei quattro consiglieri che hanno preso le distanze da Gianluca Festa e sono fuorusciti da Davvero e W Libertà, i gruppi consiliari nati dalle liste con cui sono stati eletti in consiglio comunale. O meglio, tutti e quattro i Coraggiosi sono entrati in assise per scorrimento, per surroga in seguito alla nomina degli assessori “politici”, subito dopo l’esecutivo tecnico.
Lombardi, Nicole Mazzeo, Enzo Picariello e Antonio Cosmo dopo qualche mese hanno capito che con i festiani non c’era più intesa: “Si è creata da tempo una situazione di stallo amministrativo non tollerabile. Come dicevo, siamo responsabili, siamo convinti che la città vada amministrata bene e subito, o altrimenti ce ne andiamo a casa. E’ meglio”, dice Lombardi.
La colpa di quanto sta succedendo, secondo i Coraggiosi, è “è dell’ex sindaco: non a caso – ragiona Lombardi – ci chiamiamo Coraggio per Avellino: abbiamo fatto una scelta ben chiara, netta, siamo per la buona amministrazione, proviamo a contribuire a creare le condizioni affinché questa possa esserci. Del resto, siamo coerenti: non ci siamo candidati con Festa ma con Nargi, era lei la candidata sindaca. O no?”.
La politica c’entra fino a un certo punto. Lombardi ci tiene a sottolineare che la mossa non è politica, che non si tratta di mettersi con qualcuno ma di lavorare per qualcosa: “Personalmente la politica dell’interesse particolare, del tornaconto personale non mi appassiona, io sono prima di tutto un cittadino e poi un consigliere. Non possono non contribuire al bene della mia città. A chi dice che ci siamo costituiti in gruppo per chiedere qualcosa in cambio alla sindaca, rispondo che io vivo del mio lavoro da quando avevo 19 anni, che mi sono pagato gli studi all’Università, che non cerco prebende. Vale per me e per gli altri del gruppo. Siamo persone serie. A chi maligna che il nostro obiettivo è la spartizione del potere, replico che noi non pretendiamo nulla, che non c’è retropensiero. E comunque è la sindaca che decide: è una sua prerogativa assegnare le deleghe in giunta, indicare i vertici di Pdz e di Acs. Chiaramente in accordo con tutti gli altri. La sindaca faccia approvare le sue proposte o altrimenti azzeri l’esecutivo, oppure faccia un rimpasto. Lo sottoscrivo: siamo pronti ad andare a casa. La spartizione degli incarichi, ripeto, non ci interessa, vogliamo amministrare, insieme a tutti gli altri consiglieri e assessori, la città nel modo migliore possibile. Ci vuole coraggio però”.