“Le aree interne non sono più il margine, ma il cuore di una nuova visione di sviluppo territoriale, sostenibile e inclusiva. L’Alto Matese oggi è un esempio virtuoso, e lo sarà ancor più nei prossimi anni, grazie a una strategia seria, condivisa e costruita dal basso. Siamo accanto a questi territori e continueremo a esserlo, perché da qui può nascere un modello innovativo per tutta la nostra regione”.
Così il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, ha aperto il suo intervento alla tavola rotonda ospitata nella sala consiliare del Comune di Piedimonte Matese sul tema: “Alto Matese, pianificazione territoriale e sviluppo economico: rinascita, innovazione e territorio”.
Il convegno – introdotto da Angelo Milo e aperto dai saluti del Sindaco di Piedimonte Matese, capo fila Area Interna “Alto Matese”, Vittorio Civitillo – ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali, accademici, esperti di politiche territoriali e attori locali coinvolti nel percorso che ha portato al riconoscimento ministeriale dell’Area interna Alto Matese, composta da 17 Comuni della provincia di Caserta.
Il sindaco Civitillo ha sottolineato come questo riconoscimento sia stato possibile grazie alla costante presenza istituzionale del presidente Oliviero e alla collaborazione della Regione Campania, anche sul fronte delle infrastrutture idriche, con l’impegno del vicepresidente Fulvio Bonavitacola. Nel corso del dibattito sono stati approfonditi i cinque pilastri su cui si fonda la Strategia d’area dell’Alto Matese: Mobilità, con trasporti accessibili e capillari; Sanità, grazie a cure di prossimità e nuovi modelli assistenziali, come la telemedicina; Istruzione, con l’obiettivo di contrastare l’abbandono scolastico e attrarre giovani qualificati; Valorizzazione del territorio, puntando su un Marchio d’area, filiere locali, turismo e innovazione; Governance condivisa, per una gestione associata ed efficiente dei servizi. La giornata si è articolata in due momenti. Nella prima parte, gli interventi di Adriana Galderisi, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli; Francesco Vespasiano, docente di Sociologia dell’Università del Sannio; Carmine Nardone, presidente di “Futuridea” Ente di Ricerca e Divulgazione Scientifica, hanno offerto una lettura scientifica delle dinamiche territoriali e sociali del Matese. Nella seconda parte si è tenuta la tavola tematica “Governance territoriale e sviluppo locale: una strategia condivisa per l’Area interna Alto Matese”.
All’introduzione del sindaco Civitillo, sono seguiti diversi interventi: Giovanni Ciorlano, presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Area Interna, ha sottolineato il lavoro continuo di ascolto e raccordo con i territori; Agostino Navarra, presidente del Parco Regionale del Matese, ha parlato della necessità di ripopolare l’area attraverso politiche mirate e analisi dettagliate; Mario Botte, tecnico della strategia per l’area interna “Alto Matese”, ha spiegato l’analisi effettuata sui fenomeni di spopolamento e carenza infrastrutturale; Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione, ha lanciato un appello: “Dobbiamo ribaltare – ha detto – il vecchio paradigma che vuole lo sviluppo solo nelle aree metropolitane. Le aree interne hanno un ruolo strategico: qui c’è già un brand, il Matese, che possiamo e dobbiamo collegare a un nuovo modello economico, ambientale e sociale”.
Bonavitacola ha proposto inoltre l’avvio immediato di due tavoli operativi: il primo con Eav e Air per risolvere i problemi urgenti della mobilità; il secondo con l’Asl per il potenziamento del presidio ospedaliero e l’integrazione dei servizi sul territorio. “Non basta avere una visione corretta, serve intercettare le esigenze reali del presente. Le persone cercano di connettersi con la natura, di riscoprire la bellezza della lentezza. E Il Matese può offrire tutto questo”, ha aggiunto.
“Non c’è futuro per le aree interne senza ascolto, visione e concretezza. E oggi l’Alto Matese dimostra che quando le istituzioni lavorano in rete con i territori, è possibile trasformare fragilità in opportunità. Qui non parliamo di teoria – ha concluso Oliviero – ma di progettualità concreta. Le condizioni ci sono. Abbiamo il dovere istituzionale e il compito politico di trasformare questa occasione in un modello virtuoso per avviare una nuova stagione di sviluppo in Campania”.