«E’ una storia senza fine. Non si arrenderà mai finché non mi vedrà morta. Ha già tentato tre volte di uccidermi». E ’ l’agghiacciante racconto di Michela Principe, 49enne della provincia di Avellino,scampata a ben tre tentati omicidi da parte del suo ex compagno Pellegrino Crisci, il 42enne che a giugno del 2023 ferì in strada a colpi di pistola sia lei che un passante. E poi ingaggiò una sparatoria contro i carabinieri, che erano arrivati per fermarlo.
Le lettere da quattro penitenziari
Pellegrino Crisci, detenuto attualmente nel carcere di Siracusa, è stato accusato dalla Procura di Avellino di tre tentati omicidi e una serie di altri reati. Un tunnel di violenza che non è terminato con l’arresto. La donna ha ricevuto ancora minacce, attraverso lettere inviate sia dal carcere di Avellino che dagli istituti penitenziari di Reggio Calabria, Agrigento, e ora Siracusa, ultimo penitenziario nel quale è stato trasferito Crisci.
I primi due tentativi di omicidio
«Sono stata fortunata – racconta Michela Principe – ha tentato di uccidermi per ben tre volte. La prima dicembre nel 202.Era agli arresti ai domiciliari, da poco uscito dal carcere. Mi ha massacrato di pugni. Mi ha rotto le costole, la mascella e il naso. Mi stava accoltellando, ma sono riuscita a scappare. Poi ha aggredito due carabinieri. Lo hanno arrestato ed è stato sottoposto
di nuovo ai domiciliari a pochi chilometri da casa mia». Poi il secondo tentativo di omicidio, nel 2022. Ancora una violenza inaudita di calci e pugni con l’obiettivo di toglierle la vita.
L’inseguimento in auto e i colpi di pistola
«Poi a giugno del 2023 ha violato gli arresti domiciliari – continua la 49enne – ha preso l’auto e mi ha seguito. Quando mi sono fermata, ero lungo la strada Baianese tra Mugnano del Cardinale e Avella, si è affiancato alla mia macchina, ha estratto la pistola e ha sparato diversi colpi. Alcuni proiettili mi hanno ferito al braccio sinistro. Sono una miracolata. Pochi centimetri e oggi non sarei qui» Michela riuscì a scappare in auto, arrivando ferita ad Avella in via Santa Croce, dove scese dall’auto chiedendo aiuto per poi essere soccorsa, semisvenuta, prima da alcuni passanti e poi da un’ambulanza.
Barricato in casa
Nel frattempo Crisci, dopo aver sparato alla donna, era tornato a casa. Dove si era barricato. Ancora armato di pistola. All’arrivo dei carabinieri aveva ingaggiato una sparatoria. E un proiettile aveva ferito un passante. I militari, dopo aver risposto al fuoco e aver ferito l’uomo a un gluteo, erano riusciti ad arrestarlo.
Il tentativo di farla annegare
Per Michela quei momenti sono stati l’apice di dieci anni di violenza. Che ancora oggi non sono finite, viste le minacce che riceve attraverso le lettere. «Una volta ha tentato di farmi annegare in un lago – ricorda – mi ha anche distrutto tre auto. L’ho denunciato più volte e nonostante questo continuava a inviarmi foto di una pistola, scrivendo nel messaggio che con quella mi avrebbe ucciso come un maiale. Ho sempre saputo che avrebbe tentato di farlo, ho chiesto aiuto ai suoi familiari, ma non sono stata creduta. E nessuno mi ha aiutato. A me è andata bene. Ma se le donne vittima di violenza venissero aiutate prima, sicuramente si eviterebbero tanti femminicidi».
Nessuna vigilanza
Nonostante Crisci sia in carcere, la sua paura non è finita. «Dopo le denunce per me non è mai stata predisposta nessuna vigilanza da parte delle forze dell’ordine. E ancora oggi, pur sapendolo in carcere non mi sento ancora al sicuro. Non dormo più la notte, perché appena sento un rumore, mi affaccio al balcone. Ho timore. Avevo pensato di andare via dall’Irpinia, ma ho mia madre malata e mio figlio, affetto da autismo che è in cura in un centro specializzato. E per questi motivi non posso andare via, altrimenti l’avrei già fatto. Già in passato, dopo che lo ho denunciato, sono andata via per alcuni giorni in albergo con mio figlio per il timore, che mi accadesse qualcosa. Ho mandato mia madre a casa di mia zia, perché aveva minacciato anche lei».
Il rammarico
Michela ne è certa: «Lui non si fermerà mai». E per confermarlo mostra le lettere di minacce che riceve dal carcere. «L’ultima l’ho ricevuta cinque mesi fa – dice – non solo mi chiedo come abbia fatto a mandarle e avere anche un telefono per minacciarmi dal carcere? E’ mai possibile che dopo essere stata sparata, ferita, picchiata, venga ancora minacciata? Possibile che non sia incisiva e quasi sempre tardiva l’azione dello Stato contro questi violenti?».
LA CONDANNA IN PRIMO GRADO
Sta scontando 17 anni di reclusione Pellegrino Crisci, il 41enne del Mandamento che a giugno del 2023 in un’ora di follia ferì la sua ex Michela Principe, un passante colpendolo alle gambe e sparando contro due carabinieri intervenuti per bloccarlo. Ad emettere la sentenza – di primo grado – il gup del tribunale di Avellino, Giulio Argenio dopo che il pm Luigi Iglio aveva chiesto 18 anni di reclusione per il 41enne accusato di tentato triplice omicidio.
Pellegrino Crisci, detenuto nel carcere di Agrigento, è stato accusato dalla Procura di Avellino di tre tentati omicidi e una serie di altri reati, dopo aver sparato diversi colpi di pistola alla sua ex compagna, Michele Prencipe, il 19 giugno 2023. La Procura aveva chiuso le indagini con nuovi capi di imputazione, concentrandosi su tre episodi principali. Il primo coinvolge il tentato omicidio di Michele Prencipe, ferita durante l’aggressione avvenuta ad Avella e successivi episodi fino a quando non è stato bloccato da una pattuglia dei Carabinieri che lo aveva intercettato e inseguito da Mugnano del Cardinale a Sirignano. Il secondo episodio di tentato omicidio riguarda Miele Giuseppe, che mentre si trovava in strada, sempre il 19 giugno del 2023, era stato raggiunto da Pellegrino Crisci, che aveva fatto retromarcia aveva esploso diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Miele, mentre si trovava in via Malta attingendolo al ginocchio e alla gamba di zona inguinale. Il terzo episodio di tentato omicidio contestato a Crisci riguarda quello ai danni dei Carabinieri della Compagnia di Baiano.
Crisci, imprenditore del settore automobilistico, di Sirignano era sottoposto alla misura perché il 6 dicembre del 2021 aveva aggredito la sua ex compagna, con un coltello, dopo averle rotto il naso. Crisci era anche finito nel carcere di Poggioreale nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli, unitamente a Bernando Cava detto Aldo. Entrambi erano accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore del Mandamento. Misura poi annullata dal tribunale del Riesame.
IL PROCESSO D’APPELLO
Crisci accusato di un duplice tentato omicidio e di aver sparato contro i Carabinieri dovrà comparire davanti ai giudici della I Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli il prossimo 3 aprile. Il processo di Appello nei suoi confronti, dopo che la sua difesa, rappresentata dal penalista Gaetano Aufiero, ha proposto ricorso in secondo grado. In Appello ci saranno anche le parti civili, la sua ex, difesa dal penalista Nicola D’ Archi e un altro obiettivo del pomeriggio ad alta tensione scatenato da Crisci nel giugno del 2023, si tratta di Giuseppe Miele, difeso dall’avvocato Antonio Guerriero.