Strage Acqualonga, Gennaro Lametta, il proprietario dell’autobus precipitato dal viadotto dell’A16 a Monteforte Irpino, la sera del 28 luglio 2013, ha presentato tramite il suo avvocato una richiesta di risarcimento danni alla casa costruttrice del veicolo coinvolto nell’incidente e ad Autostrade per l’Italia.
“A seguito del processo di primo grado – scrive l’avvocato Sergio Pisani, legale di Lametta (che è stato condannato a 12 anni) – è stato infatti accertato che a causa“di un evidente e grave errore di progettazione del bus, il distacco del giunto cardanico del mezzo provocava la rotazione e l’urto della trasmissione contro i soffietti dei serbatoi d’aria dei freni, mandando in avaria il sistema frenante”.
Alla guida del bus c’era il fratello di Gennaro Lametta, Ciro, che, viene sottolineato dall’avvocato, “nonostante numerosi tentativi diretti a ridurre la velocità – senza poter utilizzare i freni – per arrestare la marcia del veicolo perdeva il controllo del bus che impattava con diverse autovetture incolonnate nella medesima carreggiata prima di precipitare dal viadotto Acqualonga”, protetto da barriere di sicurezza in condizioni manutentive “pessime”.