Gli uomini e le donne in Divisa della Polizia Locale hanno assunto nel corso degli anni compiti e funzioni simili o complementari a quelle di altre uniformi senza che il quadro normativo riconosca loro la stessa dignità e uguaglianza formale e sostanziale e sono in attesa da 30 anni di una riforma che ne descriva correttamente l’impiego.
“Non possiamo non rilevare come l’annosa e per noi molto importante questione dell’obsolescenza delle norme in materia di funzioni della Polizia Locale sia al centro di una ennesima audizione che speriamo possa portare alla definizione di un quadro regolamentare più adeguato” – lo dichiara Ornella Petillo, Segretario Nazionale UGL Autonomie a margine della audizione sulla riforma della Polizia Locale alla I Commissione Affari Costituzionali della Camera.
“Gli Uomini e le Donne appartenenti al Corpo di Polizia Locale reclamano un’esigenza di giustizia e di equità rispetto alle funzioni che oggi giorno ricadono su tutto il personale che risulta penalizzato sia sotto il profilo retributivo che in termini di tutele e sicurezza degli agenti.
“Siamo fermamente convinti che sul ruolo svolto all’interno delle comunità cittadine, anche in presenza di diversi stati di emergenza nazionale, gli uomini e le donne della Polizia Locale hanno dimostrato sempre capacita, competenza e senso del dovere. – hanno sottolineato durante l’audizione Gabriele Di Bella e Paolo Nasponi del Coordinamento Nazionale Polizia Locale UGL.
“Quella che manca è l’attenzione da parte delle preposte istituzioni nel riconoscere le funzioni rivestite e la tipicità rispetto agli altri dipendenti comunali proprio in relazione al ruolo rivestito e alle mansioni svolte. Quest’ultime perfettamente identiche a quelle espletate da altre Forze di Polizia dello Stato ed in alcuni casi addirittura in concorso con loro nelle medesime attività. Se vero, che dette attività sono orami quotidianamente delegate dallo Stato agli operatori della Polizia Locale, appare difficile comprendere una diversa valutazione sul piano delle tutele e dei riconoscimenti in presenza di attori diversi impegnati su una medesima attività. Chiediamo quindi di colmare quel vuoto politico che ha determinato negli anni (oltre trenta!) i mancati riconoscimenti economici – previdenziali e giuridiche e che hanno fortemente penalizzato una categoria di donne e uomini in divisa quotidianamente presenti al Servizio dello Stato”.