L’operazione “black Monday”per smantellare la rete dello spaccio di droga in Valle Caudina e’ scattata all’alba di oggi.
Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino, agli ordini del vicequestore Ennio Ingento hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Avellino Giulio Argenio, su richiesta della Procura della Repubblica (a coordinare le indagini il sostituto procuratore Luigi Iglio), nei confronti di cinque persone residenti nella Valle Caudina (San Martino Valle Caudina e Cervinara), gravemente indiziate, allo stato delle indagini, di “detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti”. Due sono finiti agli arresti domiciliari e nei confronti di altri tre indagati la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Nella rete di spaccio un ruolo di primo piano lo avrebbero svolto la moglie e la figlia di uno storico affiliato di San Martino Valle Caudina del clan Pagnozzi.
L’attività d’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Avellino, ha disvelato l’esistenza di una compagine criminale operante nella Valle Caudina, capace di trafficare, in modo costante e sistematico, sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish, in diversi paesi di quel comprensorio ma anche in comuni limitrofi della provincia irpina, sostanze che provvedeva a procacciarsi da fornitori dell’hinterland napoletano. L’attività investigativa ha consentito di individuare la base operativa dell’attività illecita nel domicilio di uno degli indagati, peraltro familiare di un noto esponente della criminalità organizzata locale.
Mirate operazioni di osservazione e sorveglianza nelle immediate adiacenze della predetta abitazione hanno condotto all’acquisizione di significativi elementi di prova che hanno corroborato l’ipotesi investigativa. L’ausilio dell’attività tecnica e di videosorveglianza ha, poi, permesso di effettuare gli opportuni riscontri, con numerose contestazioni amministrative a carico degli assuntori delle sostanze stupefacenti.
Altre due persone risultano sottoposte ad indagini per il delitto di favoreggiamento, perché avrebbero aiutato alcuni indagati ad eludere le investigazioni.
Gli indagati sono stati sottoposti all’interrogatorio preventivo, quale strumento di garanzia, consentendo loro di esporre le ragioni e difese prima dell’adozione di una misura cautelare. L’indagine si inserisce nel contesto di una più ampia strategia di contrasto al traffico delle sostanze stupefacenti pianificata in sinergia con i Servizi di Polizia Giudiziaria.