“Nel Viaggio De Sanctis – sottolinea Iermano – denuncia il gretto oscurantismo culturale e il familismo amorale di galantuomini incapaci di uscire dai loro piccoli mondi per accettare in mare aperto le trasformazioni incalzanti. La distanza tra la vecchia e la nuova Italia si allarga laddove la scienza e la vita non riescono ad entrare in relazione attiva e gli ideali si consumano sugli altari mai secolarizzati del ‘particulare’. Una lezione quindi quella desanctisiana di democrazia e senso della realtà che continuano ancora oggi a caratterizzare i processi della Buon governo”.
Ad emergere con forza la capacità del letterato e politico irpino di parlare al nostro tempo in un’Italia ancora troppo legata alla difesa del particulare, il suo saper, spiega Iermano “coniugare la scienza e la vita; la capacità di tenere insieme in sintesi feconda le “due pagine” della sua vita, l’impegno civile e la passione letteraria; il suo esempio altissimo d’integrità nell’azione politica”
Il monito è valido ieri come oggi, ritrovare la finalità più alta della politica: “Il senso della Storia, inteso come coscienza delle alternative possibili, e la stabilità di un ininterrotto dialogo tra la coppia Scienza/Vita in De Sanctis – ribadisce Iermano -sono perenni occasioni dialettiche per richiedere un irrevocabile rinnovamento culturale nelle più opache e intricate stagioni della modernità e della post-modernità”