“In oltre venti anni anni che vivo qui non avevo mai visto nulla di simile”. A parlare, in una serie di interviste rilasciate a emittenti nazionali, è Raffaele Mauriello, docente di letteratura persiana all’Università Allameh di Teheran, testimone degli attacchi di Israele all’Iran. Mauriello si divide da anni tra Avellino, la città in cui è nato e in cui vivono anche sua moglie Neda, iraniana con la figlia e Teheran, in cui insegna. “I bombardamenti continuano – spiega Mauriello – Anche questa notte si è sentita l’artiglieria contraerea. Ma non c’è nessun coprifuoco. Questa mattina è tutto tranquillo, qui in Iran si celebra una festa nazionale iraniana. Molti sono via per il week end. Ieri è stata la prima notte degli attacchi, a svegliarmi rumori che sembravano dei lampi. Ho capito presto che erano quelli della contraerea che sono più sordi. Poi mi sono connesso a Twitter e ho scoperto he c’era un attacco da parte di Israele”.
Mauriello sottolinea con forza come “Israele ha colpito anche obiettivi civili, almeno a Teheran. Circa un centinaio le vittime tra i civili, tra loro anche scienziati, tra cui il rettore della più importante università privata del Paese universitario, e componenti dei Guardiani della Rivoluzione, che erano nelle loro abitazioni. La città è stata fortemente colpita”
Spiega di non avere memoria di attacchi così massicci sulla capitale “Lo scorso anno c’è stato uno scontro nei cieli ed è entrata in azione la contraerea a Teheran, ma ad essere colpiti erano stati obiettivi solo militari alla periferia della città. Ma mai nulla del genere negli ultimi venti anni.”
L’angoscia è tanta per chi vive a Teheran “Non abbiamo mai sentito il bisogno di realizzare bunker o rifugi. L’esercito iraniano è preparato a difendere il territorio con missili balistici e droni ma la popolazione iraniana non è pronta ad affrontare un conflitto, malgrado sappia che una guerra è sempre possibile. Nessuno ci ha fornito indicazioni su cosa fare in caso di attacchi. Attaccare una città e edifici pubblici è una chiara violazione del diritto internazionale. E’ un attacco nato dalla volontà di intimidire la popolazione”
Il paradosso è che l’attacco sia maturato proprio quando erano stati avviati i colloqui diretti tra Stati Uniti e Iran, dunque ancora più inaspettato “l’Iran ha vissuto otto anni di guerra con l’Iraq, quindi non è la prima volta che affronta un conflitto. Da circa un anno che il conflitto tra Iran e Israele si è fatto più diretto, anche se procede a fasi alterne. Non ci aspettavamo un’escalation, anche perché sono in corso colloqui diretti tra Iran e Stati Uniti, con il sostegno di diversi Paesi europei. Anche Trump si era detto favorevole a un accordo. Questo attacco rappresenta un duro colpo alla diplomazia. È difficile pensare che Israele non abbia informato gli Stati Uniti prima di agire. Vediamo quale sarà la reazione dell’Iran, dopo un attacco del genere è facile immaginare che ci sarà una risposta”.