Vivo con profonda angoscia le possibili conseguenze che potrebbe avere la guerra in Ucraina. Di una crudeltà senza fine sono le immagini che giungono da quelle città rase al suolo, con i corpi senza vita di donne, uomini e bambini. Anche io, come tanti, prego perché si ponga fine a questo conflitto muscolare dentro il quale si agitano interessi sporchi di sangue. E’ questa la Pasqua del dolore, delle lacrime, della pietà umana. Ci sono tre immagini che ho fissato nella mente. La prima è quella dell’orrore di cui ho brevemente accennato. La seconda è la Via Crucis del Venerdì santo snodatasi davanti alla storia del Colosseo. Il volto ribelle di papa Francesco segnato da rughe profonde a denunciare l’impo – tenza di fronte ad una escalation bellica che allontana sempre più il dialogo, l’incapacità di confrontarsi per porre fine alla guerra che favorisce i ricchi e mortifica i deboli. Su quel pezzo di territorio si gioca lo scenario del futuro delle superpotenze mondiali, Russia, Stati Uniti e Cina. Tante altre guerre che agitano il mondo sono dimenticate con i loro morti che non fanno storia. La terza immagine che ho davanti agli occhi è questa Pasqua dei vacanzieri, in perfetta contraddizione con quanto prima affermato. Considero questa terza immagine come un desiderio di evadere dalla realtà. Un modo, tutto sommato, per dare un calcio al futuro nebuloso della crisi che si annuncia nei mesi a venire. I prezzi alle stelle, i più poveri che muoiono di fame, le bollette salate? Oggi è Pasqua tutto il resto non conta. Quindici milioni di italiani percorrono il Paese da Nord verso Sud e viceversa. Sono coloro, per lo più, che si adagiano al famoso detto napoletano: “Rimane fà gliurno” ( Domani è un altro giorno e si vedrà). La vita fugge e tutto viene dopo. Non per le migliaia di profughi che cercano di sfuggire dai missili e dalla distruzione delle loro case. A costoro giunga la nostra sincera solidarietà nella speranza che il loro tormento possa presto finire e che la pace possa vincere sulla guerra. A tutti buona Pasqua.
di Gianni Festa