E’ stato tra i protagonisti del dibattito su libertà religiosa, storia del cristianesimo e diritti. Si è spento Massimo Giusio, autore della prima biografia su Palasciano, fondatore della Croce Rossa, e di Cesare Lombroso, stroncato in poche settimane da un male devastante. Sociologo, scrittore, docente e saggista torinese. Dopo gli studi storici e giuridici e l’abilitazione alla professione forense, si è appassionato alla ricerca nei campi del diritto ecclesiastico, della sociologia delle religioni, della storia del Cristianesimo, dell’antropologia religiosa e di altri ambiti storico-giuridici nel campo dei diritti umani e della libertà religiosa nell’ordinamento italiano e comparato. Ha pubblicato “Delinquente si nasce o si diventa?” (Torino, 1997), “Il corpo e l’arte” (Bologna, 1999), “Elementi di criminologia” (Torino, 2006), “Compendio di vittimologia e victim – support” (Napoli, 2013), “Manifesto per una buona sanità (con L. Berzano e G. Moretti, Firenze, 2014), la voce su Tommaso Campanella in “Le Città del Sole” (Torino, 2015) e “La libertà religiosa in Italia” (Roma, 2018). Aveva poi pubblicato con la casa editrice ABE Napoli le biografie su Palasciano e su Lombroso, su cui nacque un ampio dibattito, e alcuni testi di teologia ortodossa.
A rendergli omaggio l’editore Arturo Bascetta: «Il nostro autore piemontese, professore e avvocato Massimo Giusio, non è più. E’ un dolore che accompagna non solo me, ma tutti gli scrittori, storici e giornalisti, i grafici, i collaboratori tutti della casa editrice ABE, che si stringono agli amici di Asti e di Torino in questo triste momento di dolore. Un lutto così tremendo non cancellerà la vitalità, la gioia e lo spirito di amicizia di quest’uomo vero, giornalista storico plurilaureato e pluripremiato nazionale che ha fatto della sua vita uno studio continuo della storia delle religioni, giungendo ai massimi livelli del sapere. Il piacere di stare tutti insieme, l’amore per la bellezza e la cultura, la musica e la letteratura, la gioia di aiutare giovani in difficoltà e la vicinanza verso i deboli fanno di Massimo un esempio di bontà, severa e paternalistica, ma traboccante d’amore per il prossimo. Ciao Max e grazie per il tuo altruismo, a volte impari e immeritato dalla società moderna, poco avvezza all’amore universale, quello di cui sei stato nostro piacevole maestro con le tue preziose pubblicazion».