Questa mattina – a Solofra, in via Principe Amedeo – è avvenuta un’aggressione ai danni di operatori e mezzi di soccorso dell’ASL di Avellino. Protagonista del caso, un 44enne. A seguito del suddetto episodio, l’Azienda Sanitaria Locale ha immediatamente espresso una ferma condanna verso ogni forma di violenza e piena solidarietà agli operatori del 118 coinvolti che hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche: “Si tratta di un comportamento assolutamente da condannare senza nessun tentativo di giustificazione che colpisce gli operatori sanitari ed offende tutta la società civile. – afferma il Direttore dell’Emergenza territoriale CO 118, Rosaria Bruno – Sarà intrapresa ogni azione volta ad evitare o scoraggiare tali episodi in futuro”
Nella serata di oggi, invece, i familiari del 44enne hanno voluto chiarire quanto accaduto, raccontando le condizioni di salute dell’uomo: “Stiamo parlando di un paziente psichiatrico affetto da una totale e riconosciuta infermità di mente. Lui è stato affidato dal giudice al primario dell’Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), un servizio ospedaliero dove vengono attuati trattamenti psichiatrici volontari ed obbligatori in condizioni di ricovero e, due giorni fa, aveva chiamato l’ambulanza perché – a causa di uno scompenso farmacologico – non stava bene. Il 118, dopo averlo preso, lo ha riportato a casa dopo mezz’ora. Noi ci siamo anche rivolti ai carabinieri, perché è assurdo dimettere un paziente in stato acuto, doveva assolutamente essere ospedalizzato. Nella giornata di ieri, presso il Comando dei Carabinieri, abbiamo depositato il referto medico e abbiamo dichiarato che, il suo male, era ancora in fase acuta e, quindi, rappresentava un rischio per sé stesso e per gli altri. Stamattina lui ha cercato di farsi di ricoverare ancora una volta. Il 118 è salito a casa, dai suoi genitori, cercando di capire cosa stesse succedendo. Nel frattanto, lui è sceso – consapevole del fatto che non volevano ricoverarlo – e ha sfogato questa frustrazione sull’ambulanza. Dopo il fatto è stato bloccato dai carabinieri. Quest’ultimi c’hanno contattato, noi siamo prontamente giunti e, in quel momento, è stato finalmente ricoverato presso la SPDC, dove si trova anche adesso. La verità è che i medici di Solofra si rifiutano di prenderlo in cura”.
Dalle parole dei familiari, emerge il bisogno di assistenza nei confronti del loro familiare: “E’ assurdo che una persona malata, che chiede di essere aiutata, non solo venga rifiutata, ma sia anche dipinta come un aggressore. Come è possibile che non ci si renda conto del fatto che un malato è vittima della sua malattia. Che colpa ha della sua malattia? Che colpa ha se, le persone che dovrebbero curarlo, invece, si rifiutano? Lui, senza cure, può fare del male a sé stesso e al prossimo e, ciò che è accaduto stamattina, ne è la dimostrazione”, concludono.