Un dibattito tutto al femminile si è consumato questa sera tra le pieghe del consiglio comunale, tra la sindaca Laura Nargi e la consigliera del Pd Enza Ambrosone. Prima, durante un momento dei pausa dei lavori, è stata la sindaca ad avvicinarsi ai banchi della minoranza e a scambiare due parole con l’esponente dem, poi è stata l’Ambrosone a prendere ufficialmente la parola in Aula e a rivolgersi alla sindaca: “Io mi auguro che lei, prima del voto di questa sera, abbiamo modo di parlare a quest’Aula… La bravura di chi guida un’Amministrazione sta nel non mortificare l’opposizione e nel non utilizzare come una clava i numeri della maggioranza… Una maggioranza ha bisogno della minoranza, perché vi aiuta a capire quando state sbagliando”, e qui l’errore a cui fa riferimento è sulla gestione dell’Azienda Città Servizi Srl, azienda partecipata al 100% dal Comune, che si sta gradualmente svuotando di dipendenti per poi poter essere affidata ai privati.
“CARA NARGI SEI TU LA SINDACA E DEVI ESERCITARE IL RUOLO FINO IN FONDO, ANCHE A RISCHIO DI ESSERE MANDATA A CASA”
“Cara sindaca – ha continuato Ambrosone con un tono accorato e determinato –, lei ha annunciato una rivoluzione gentile in campagna elettorale. In tanti le hanno creduto. Ma hanno creduto a lei non perché era la delfina del sindaco Festa, hanno votato Laura Nargi. Quando qualche giorno fa ho scritto in una lettera aperta il mio pensiero, non le stavo manifestando solidarietà, il mio era un monito, è un invito forte a che lei eserciti fino in fondo il ruolo che la città le ha dato. La città l’ha eletta sindaca e lei deve esercitare il suo ruolo fino in fondo. Non deve consentire ad altri di appellarla ‘vicesindaca’. Lei è la sindaca di questa città. La politica si fa con gesti pubblici e lei in questo consiglio comunale deve mostrare alla città il primato della politica. Accettando anche il rischio di essere mandata a casa. Il rischio di soggiacere a calcoli opportunistici altrui, ma il rischio grave è che lei rischia di rimanere schiacciata comunque in un calcolo opportunistico di altri. E deve guardare dalla sua parte, non dalla nostra. Quindi la mia non è solidarietà femminile, ma è un appello forte a che lei eserciti fino in fondo il suo ruolo, con testa alta, viso fiero. Riconosca i limiti e sfidi quelli che non le sono amici, perché se le consentono di arrivare in questo consiglio, in queste condizioni, quando sanno meglio di noi qual è il rischio che insieme alla sua giunta e ai suoi consiglieri correte non approvando questa delibera. Gli oppositori non siamo noi da questa parte. Gli oppositori sono feroci e stanno tutti lì in quei banchi vuoti”.
La sindaca, che pure aveva espresso la volontà di prendere la parola prima della conclusione dell’Assise, non ha però avuto modo di replicare: la seduta è stata interrotta e sospesa quando, dopo la votazione sulla Revisione delle Partecipate, i consiglieri del centrosinistra (più Rino Genovese) hanno chiesto la verifica del numero legale e hanno contestualmente abbandonato l’Aula. Magari già domattina, nel prosieguo della discussione (il consiglio è chiamato a riunirsi a partire dalle 9 in seconda convocazione per affrontare gli altri punti che erano all’ordine del giorno), potrà arrivare una risposta.