Assolto “per non aver commesso il fatto” dall’ accusa di essere stato uno degli autori del raid contro una vettura avvenuto il 27 aprile di un anno fa in Via Fontanatetta ad Avellino, ma condannato con pena sospesa ad un anno e tre mesi per stalking nei confronti di alcuni suoi familiari. Si è chiuso così il processo di primo grado davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino Elena Di Barrolomeo per un 44enne, difeso dall’avvocato Carolina Schettino, che per il reato di stalking era stato anche raggiunto da una misura agli arresti domiciliari, eseguita dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino.
La Procura aveva invocato una condanna a due anni di reclusione, soprattutto per l’atto della’auto bruciata. Ma la difesa ha messo in luce come su questo aspetto il quadro indiziario reggeva solo sulla dichiarazione della vittima, che dopo aver avvertito il botto aveva notato tre persone incappucciate che si allontanavano, una delle quali aveva le sembianze del 44enne imputato. Sara’ necessario leggere le motivazioni, evidentemente però la sola dichiarazione non è stata ritenuta attendibile da parte del Tribunale o quantoneno insufficiente a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio (che proprio l’imputato fosse autore del raid. La condanna e’ invece arrivata per l’ escalation di minacce e vessazioni che aveva portato alla contestazione di stalking aggravato.