Un dramma che scuote la comunità, in queste fredde ore di dicembre. E’ morto da solo, sopraffatto forse dal suo precario stato di salute (come riportiamo in altro articolo).
«Addio Gianfranco- ha scritto Roberto Renzulli, consigliere comunale di Abc, tra i primi ad apprendere della morte di Gianfranco Luciano – La tua scomparsa è la nostra sconfitta come uomini e come comunità.
Tutto ciò pone un interrogativo per tutti noi. Una vicenda drammatica di un fratello “ignorato da se stesso e abbandonato anche da noi” che deve farci chiedere che cosa abbia provato. Ci pone dei problemi anche come città, perché siamo chiamati tutti a rispondere per una morte del genere. Ora riposa in pace».
Il sindaco di Atripalda, Paolo Spagnuolo, aveva allertato la Polizia municipale, perché preoccupato per l’assenza di Gianfranco Luciano dalla sua solita panchina in piazza.
«Gianfranco ha compiuto il suo percorso terreno – scrive il sindaco in un suo post-Ha scelto di scendere bruscamente tutti i gradini della scala sociale per le sue dipendenze. Non ha preferito la vita di strada, ma semplicemente non vedeva alternative e, seppure le intravedeva, non era in grado di seguirle. Rifiutava tutte le possibili soluzioni per la sua condizione. Si è accontentato di un tetto individuato, per lui, presso il convento. Ciò che trovo agghiacciante è che la distanza tra le nostre vite e la sua è minuscola, una giravolta del destino e tutto cambia».