Il pronto soccorso dell’ospedale Moscati a rischio collasso. Ieri un’ altra giornata di passione nel nosocomio di contrada Amoretta. Senza sosta gli accessi che si registrano nel reparto di emergenza con il personale medico e paramedico ormai allo stremo. Nella giornata di ieri, l’unità di Pronto Soccorso dell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” ha raggiunto il picco di 95 pazienti presenti in area emergenziale. Di questi, 11 sono stati classificati come codici rossi e 45 come arancioni, evidenziando una prevalenza di casi ad alta complessità clinica. Le attese per visite e ricoveri risultano ormai fuori scala, con tempi che hanno superato le 200 ore per i pazienti in codice azzurro e 163 per quelli in codice arancione.
Vacanza di leadership e mancanza di nomina sostitutiva
Nel medesimo contesto, è giunta la notizia delle dimissioni della dottoressa Luisa Viscardi, fino ad ora figura apicale del reparto e medico dirigente in seconda, accanto al primario Antonino Maffei. Allo stato attuale, non risulta che la direzione strategica abbia provveduto alla nomina di un sostituto.
Allarme sindacale e minaccia di mobilitazione
La situazione ha suscitato una dura reazione da parte della sigla sindacale Nursind, che attraverso una comunicazione ufficiale ha denunciato le condizioni ormai critiche del presidio sanitario. “In considerazione dello stato ormai insostenibile – si legge nella nota firmata da Romina Iannuzzi e Michele Rosapane, rispettivamente segretaria territoriale e aziendale del Nursind – non si esclude il ricorso alla mobilitazione del personale, al fine di tutelare sia i lavoratori sia l’utenza. La struttura di emergenza è da giorni in pieno stato di disordine operativo: nella sola giornata di ieri risultavano in carico oltre 80 pazienti, generando carichi di lavoro non più compatibili con la tenuta del personale infermieristico e di supporto”.
La sigla sindacale contesta anche l’inefficacia del piano aziendale di contenimento del sovraffollamento, approvato lo scorso dicembre, definendolo un documento privo di riscontri concreti. “Il piano – affermano Iannuzzi e Rosapane – si è rivelato uno strumento inefficace, rimasto inattuato. Il Nucleo aziendale previsto per la gestione dei ricoveri non è mai stato costituito, e a questo si aggiungono disfunzioni organizzative interne che hanno contribuito direttamente alla decisione di dimissioni da parte della responsabile dell’unità Obi e del Pronto Soccorso”.