Mentre l’intero arco costituzionale avellinese è impegnato a capire (e a trattare) la crisi politica di maggioranza, tra tre giorni (venerdì 30 maggio) si dovrà tornare, in un modo o nell’altro, in Assise. La sindaca Laura Nargi ha in pratica ancora 48 ore per risolvere la questione, e non si può escludere che se le trattative dovessero richiedere più tempo, si deciderà di far saltare il numero legale e di rinviare così l’Assise a tempi migliori. Oppure si potrebbe decidere di “testare” quel simpatico giochetto tattico a cui si fece ricorso ai tempi del sindaco Paolo Foti, quando si procedeva a colpi di consigli comunali “in seconda convocazione” (e quindi con una maggioranza meno qualificata). In questo caso la seconda convocazione dell’Assise ci sarebbe martedì 3 giugno.
Tra i punti previsti all’ordine del giorno, guarda caso, ci sarà proprio l’argomento che ieri ha fatto da detonatore al terremoto nella giunta Nargi: le Partecipate. Da discutere, ed eventualmente approvare, ci sono le linee guida per le nomine dei vertici delle aziende partecipate dal Comune: il licenziamento dei tre assessori festiani Spiezia, Tomasetta e Spiniello è stato motivato proprio per il loro ‘no’ all’individuazione di Nargi come presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda consortile Piano di Zona Sociale A4, di cui Avellino è capofila.
All’ordine del giorno ci saranno poi altri argomenti, a partire dalle nuove tariffe Tari, per poi passare alle mozioni presentate dai vari gruppi. Ci sarà una mozione dei gruppi festiani Davvero e W la Libertà sulla rotazione del personale; una mozione sui referendum dell’8 e 9 giugno, proposta dal CampoLargo di centrosinistra, e una contro il piano di riarmo dell’Ue (proposto dal M5S).