Ore di tensione nel carcere di Ariano Irpino, dove il personale di Polizia Penitenziaria ha sequestrato droga ben occultata nelle parti intime di un familiare ammesso in carcere per un colloquio con il figlio detenuto ed altri ristretti si barricano in cella per ostacolare una perquisizione in cella da parte degli Agenti.
Ricostruisce i fatti Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nella tarda mattinata di ieri, la madre di un detenuto faceva ingresso presso l’accettazione colloqui del carcere di Ariano Irpino al fine di poter effettuare colloquio visivo con il figlio detenuto. Successivamente, espletate le formalità di rito, nel corso di un’operazione di servizio finalizzata alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, organizzata dall’ispettore responsabile del reparto colloqui con il supporto delle Unità Cinofile di Benevento, la donna nella sala di attesa veniva segnalata dal cane antidroga di nome “Susy”. Veniva sottoposta ad un accurato controllo da parte del personale femminile di Polizia Penitenziaria, il cui esito è stato positivo. La donna, messa alle strette dal personale femminile e dall’Ispettore, estraeva dalle parti intime tre involucri a forma cilindrica avvolti in cellophane trasparente contenente sostanza solida di colore marrone, risultata sostanza stupefacente del tipo “hashish”. Alla luce dei fatti, ravvisando gli estremi di reato di cui all’ art. 73 D.P.R. 309/90 ed articolo 80, su disposizione, avvenuta da parte dell’A.G., la donna è stata tratta in arresto”. Ma non è questo l’unico evento critico accaduto nella struttura detentiva irpina: “Sempre nella mattinata di ieri”, aggiunge la sindacalista, “durante una perquisizione in una cella i detenuti si sono barricati in cella per impedire le operazioni. È stato necessario l’intervento con scudi e caschi per riportare l’ordine e la sicurezza. I detenuti in questione sono stati posti in isolamento. Si confida nell’immediato trasferimento dei detenuti resisi responsabili di questi gravi e violenti episodi”.