Ci sono sette surroghe da perfezionare per riportare a pieno regime le sette commissioni consiliari permanenti. Si potevano perfezionare già all’indomani del consiglio comunale del 27 gennaio scorso, quando è stata presentata la giunta Nargi-bis e quando, al posto dei nuovi assessori, sono entrati in Assise i sette nuovi consiglieri comunali pescati tra i primi dei non eletti delle liste Davvero, Siamo Avellino e Viva la Libertà: sette nuovi consiglieri che sarebbero dovuti automaticamente subentrare ai neo assessori nelle rispettive Commissioni. Ma ci sono almeno due ragioni per le quali queste surroghe, a distanza di oltre venti giorni, non sono state ancora fatte. La prima riguarda la posizione ondivaga del consigliere del Patto Civico Rino Genovese, che viene ancora contato come consigliere di maggioranza anche se ha pubblicamente detto di voler passare alla minoranza; la seconda è legata alle altrettanto, se non di più, importanti cariche da assegnare ai vertici delle due Partecipate del Comune: la presidenza del Piano di Zona e la guida dell’Acs Srl.
Due questioni rimaste in sospeso e che vengono ovviamente strumentalizzate da una parte e dall’altra a seconda della convenienza. Il blocco delle surroghe viene per esempio imputato a Rino Genovese dai gruppi di maggioranza. Emblematica in questo senso è stata l’intemerata della consigliera di Viva la Libertà Teresa Cucciniello nel corso dell’ultima conferenza dei capigruppo: rivolgendosi direttamente a Rino Genovese gli ha detto “ma è vera questa cosa del tuo passaggio all’opposizione o lo dici tanto per dire?”. Al contrario, dal fronte, variegato, delle opposizioni, si sottolinea come ad impedire le surroghe nelle commissioni sia in realtà la guerra di poltrone che si sta consumando per la ridistribuzione degli incarichi e dei ruoli tra Partecipate e presidenze delle commissioni consiliari permanenti.
Il ‘caso Rino Genovese’ si fonda sulla necessità di mantenere un corretto equilibrio tra maggioranza e minoranza all’interno delle singole Commissioni. La correttezza istituzionale vuole che due commissioni siano appannaggio della minoranza (la Seconda e la Terza Commissione, Trasparenza e Bilancio) e le altre cinque della maggioranza, e quindi fino a che Genovese non ufficializzerà la sua posizione, non sarebbe possibile calibrare correttamente gli equilibri. In effetti Genovese ha votato la linee programmatiche della sindaca Nargi, e anche a favore del Bilancio Consolidato, collocandosi in maggioranza: bisognerà ora aspettare la fine di aprile per vedere, eventualmente, ufficializzato il passaggio alla minoranza in caso di voto contrario al Rendiconto di Bilancio 2024.
Il ‘caso Partecipate’ si fonda invece sulla inevitabile spartizione delle poltrone all’interno dei tre gruppi della coalizione Nargi-Festa. I nomi che sono circolati fino ad oggi sono divisi equamente tra le due fazioni di maggioranza: Nargi propone se stessa alla guida del Piano di Zona Sociale e Mario Lariccia alla guida di Acs; Festa invece propone per il Piano di Zona Giovanna Vecchione, consigliera comunale di Davvero e presidente della Settima Commissione, e per l’Acs il manager Pasquale Penza. Fino a che non si arriverà ad una decisione sarà impossibile prevedere gli incastri a cascata che ne potranno derivare. Un esempio su tutti: se al Piano di Zona andrà Vecchione, si dovrà scegliere un nuovo presidente della Settima commissione consiliare. Scelta che, a sua volta, potrebbe essere decisiva sull’individuazione del consigliere comunale al quale affidare la presidenza della Quarta commissione (Lavori Pubblici), il cui ex presidente è il neo assessore Antonio Genovese. Non se ne esce.
Ecco intanto i nomi dei componenti che vanno surrogati dopo la ‘promozione’ in giunta. Sono diventati assessori Alberto Bilotta (Siamo Avellino), che faceva parte della Prima Commissione, Mario Spiniello (Davvero) che faceva parte della commissione Urbanistica; Jessica Tomasetta (Davvero) che faceva parte della Commissione Istruzione; Monica Spiezia (Viva la Libertà), che faceva parte della Seconda commissione; Giuseppe Negrone (Davvero), che era componente della Quarta Commissione-Lavori Pubblici; e Antonio Genovese che di quest’ultima commissione era presidente.