Roma – Sono in undici i sindaci, tra questi uno della provincia di Benevento, S.Giorgio del Sannio, che aspettano di essere ricevuti nelle stanze del Ministero delle Infrastrutture per parlare delle crisi idrica di Irpinia e Sannio. Un viaggio della speranza, lo possiamo definire così, in cui le istituzioni dei nostri Comuni cercano, delle volte invano ma coraggiosamente, di far ascoltare la propria voce, e quella delle proprie comunità, ai vertici dei palazzi romani.
Sono in pochi, rispetto a quelli che si pensava potessero esserci. A Roma, come aveva annunciato nei giorni scorsi, era presente anche una delegazione del Comitato”Uniamoci per l’acqua”. Il sindaco di Ariano Irpino, Enrico Franza, dice che l’emergenza idrica”e’ un tema che noi oggi non possiamo più fronteggiare. Ha assunto, infatti, carattere strutturale, una dimensione sovracomunale e regionale”. Per Franza”non c’è più tempo per acclarare le responsabilità politiche e gestionali di Alto Calore, o dei governi succedutisi negli ultimi trent’anni. Perché questo non ci restituisce la soluzione, mentre la gente continua a rimanere senza acqua nei rubinetti”. La manifestazione”dura e pacifica” di questa mattina e’ servita”a chiedere al governo una mano”. I sindaci, infatti, nell’incontro tenuto davanti alla sede del Ministero, terminato qualche minuto fa, hanno chiesto l’istituzione di un Fondo economico finanziario destinato al rifacimento della rete idrica, insieme ad una struttura commissariale che affianchi l’ente di Corso Europa.”Per velocizzare, con poteri di deroga – dice il sindaco di Ariano Irpino – gli appalti e le opere civili che, oggi, sono indispensabili e necessarie per il rifacimento della rete”.
“Certo che, stamattina, non sono in tanti i sindaci – dicono quelli del Comitato”Uniamoci per l’acqua – a rappresentare la nostra provincia e quella sannita”. Tra l’ironia ed il pessimismo, sotto le finestre del Mit si chiedono se è questo il modo di difendere il proprio territorio e i cittadini. “Dove sono i rappresentanti provinciali, i parlamentari regionali, nazionali ed europei?”. Nel primo pomeriggio, intanto, nessuna notizia dai piani alti del dicastero di Salvini. Infatti è in corso una riunione in strada. Il comitato ritorna su alcuni temi che ha posto, in passato, quello della trasparenza, quando si è parlato di gestione dell’Alto Calore.”Più trasparenza unita al controllo dei cittadini – dice Domenico Petrillo -. Perché è la gente che paga. No è che non possiamo sapere niente. Quando, poi, la politica parla di privatizzazione e si cerca il manager, vuol dire che è un fallimento”. Davanti alla sede, quando incontrano il sottosegretario Alessandro Morelli, i primi cittadini sottolineano ch’egli strumenti ordinari per affrontare la crisi idrica sono falliti. Così come l’obiettivo di garantire l’acqua ai nostri cittadini”. Morelli segnala, da parte sua, che”il governo ha finanziato seicento milioni di euro per la diga di Campolattaro, che rivoluzionerà il sistema idrico non solo del Sud. Bisogna comunque intervenire su progetti già completati e, in qualche modo, verificabili. Un secondo step di stanziamenti importanti è previsto per il prossimo anno”. I s8ndaci hanno intanto evidenziato che, l’Alto Calore, non avendo”capacita’ tecnica progettuale e di gestione ha fondi fermi dal 2018, nonostante i Comuni abbiano provveduto alla progettazione”.
E’ intervenuto anche Domenico Petrillo, del Comitato”Uniamoci per l’acqua” che ha ricordato al sottosegretario al Mit che, in Irpinia, si disperde il 70 per cento dell’acqua.”Quindi vogliamo dire in maniera chiara, visto che siete parte del governo, e risaputa la situzionecdi A.C, dei Comuni senza soldi, della Regione che tutti non li ha, che ci rivolgiamo al governo che deve intervenire perché abbiamo bisogno di rifare tutte le reti. Perchéqueste sono il nostro problema”. E ricorda ancora a Morelli che, l’anno scorso, è stato votato in Parlamento un ordine del giorno, firmato onorevole Rotondi, in cui si diceva tutto questo. Ma è rimasto tutto com’era.
Quindi chiede al sottosegretario un impegno preciso per stabilire una data in cui convocare” un tavolo tra tutti gli attori per discutere di questo problema – come auspicava il sottosegretario”.
Ancora i primi cittadini ribadivano che bisogna, tra l’altro,”assicurare il diritto all’istruzione ai nostri figli. Perché le scuole non possono essere sempre chiuse”. E, infine, il Comitato consegnava, al sottosegretario al Mit, l’ordine del giorno votato in Parlamento. Petrillo concludeva:”Visto che si dovrà affrontare la Finanziaria, qualcosa all’emergenza idrica si potrà anche destinare”.




