“La strada della verità è sempre una strada solitaria e faticosa, mi ha causato querele, mi ha costretto a prendere le distanze anche da alcuni dei miei familiari ma non mi arrendo. Siamo chiamati tutti a fare delle scelte e io l’ho fatto”. Non nasconde la sua rabbia Dario Vassallo nel ricordare il fratello Angelo nel corso della presentazione del libro “Il vento tra le mani” in cui ricostruisce le battaglie in difesa del territorio del sindaco di Pollica e fa luce sul suo omicidio, avvenuto il 5 settembre 2010. Solo nei giorni scorsi, a distanza di 14 anni, i primi arresti, a finire sotto accusa il colonnello dell’Arma dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, l’imprenditore Giuseppe Cipriano, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi.
Vassallo punta l’indice contro il Sistema Cilento che voleva controllare appalti e traffico di droga e contro la complicità della locale caserma dei carabinieri “che mi ha querelato subito dopo la morte di mio fratello”. Sottolinea l’amarezza per le parole dell’attuale sindaco “E’ inaccettabile che qualcuno dica che quello di Angelo non è stato un omicidio di camorra. Nè mi meraviglio che la commissione antimafia abbia fatto partire uno speciale comitato che indagherà sul Sistema Cilento. Un sistema che cerca di controllare anche la stampa, basti pensare alle accuse di abuso edilizio con i quali era stato infangato. Purtroppo, il Sistema Cilento esiste in tutta Italia, noi siamo stati gli unici a farlo saltare. In quattro sono finiti agli arresti ma sono molte di più le persone coinvolte nell’omicidio di Angelo. Loro hanno il potere economico ma noi abbiamo la forza dell’intelligenza. Ecco perchè giriamo in tutta Italia per presentare il nostro libro perchè la vera forza arriva dalla cultura”.
Ricorda come abbia denunciato l’attuale sindaco Stefano Pisani per aver distruttor una struttura simbolo di legalità “La grande onda era stata realizzata con 2500 bottiglie di plastica. L’attuale sindaco l’ha fatta smantellare. Ma noi la ricostruiremo a Mattinata, se non ci vogliono nel Cilento. Mi ha definito il presidente di una fantomatica Fondazione e ci ha cacciato dal castello per darlo a privati. Ho chiesto all’antimafia di indagare su di lui”. Dario ringrazia le forze dell’ordine che hanno indagato sui colleghi “Poichè ci sono anche quelli che non dormono”. E pone l’accento sulle contraddizioni legate alle indagini sull’omicidio. “Mio fratello è stato ucciso alle 21 da nove proiettili. Il procuratore di Vallo della Lucania ci aveva rassicurato che tutti erano stati allontanati dalla scena del delitto. Ma in immagini video di cui sono venuto in possesso sono le 7.35 del mattino e il corpo di mio fratello non è stato coperto da un lenzuolo. Si intravedono, inoltre, il generale Cagnazzo con un cappello e una busta che raccoglie oggetto da terra e il procuratore che, invece di allontanarlo, gli dà un buffetto sulla guancia. Così come è poco plausibile che il carabiniere che viveva a 36 metri di distanza non abbia sentito nulla e abbia raccontato in una serata caldissima di aver cenato all’aperto”.
Al tavolo, accanto a Dario Vassallo, il giornalista Salvatore Biazzo ricorda la battaglia per far nascere una comunità energetica nel Parco dei Picentini, installando delle centrali idroelettriche “Anche in quel caso andava ad attaccare interessi forti tanto da essere sfiduciato dalla Comunità Montana che guidava”. Ma pone l’accento anche sulla sua grande umanità “Mi portava in giro chiedendomi di presentare ogni genere di libri, poi mi invitava a provare una specialità cilentana”. E’ quindi Dario a ricordare come “Sono 40.000 le piante da lui donate, quando era alla guida della Comunità Montana, ai Comuni del territorio, era convinto del valore della bellezza”. Un incontro, introdotto da Maria Rosaria Famoso della casa accoglienza “Casa sulla roccia” che diventa l’occasione per chiedere ai Comuni italiani di costituirsi Parte Civile “non è solo un gesto simbolico, ma un’azione concreta per dimostrare che le istituzioni possono unirsi a difesa di chi lavora per il bene comune”. Quindi il messaggio alle giovani generazioni “Non smettere di credere in chi fa politica con onestà, inseguendo la bellezza”. A impreziosire l’incontro le letture di Maurizio Picariello
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