Una delle figure più poliedriche della cultura italiana del secondo Novecento e una delle riviste più significative dal dopoguerra in poi nel nostro Paese. L’italianista Emanuela Bufacchi con il suo ultimo libro “Elena Croce e «Lo Spettatore Italiano»: una vocazione per la civiltà” (Rubettino Editore) realizza uno spaccato della temperie culturale nell’Italia del dopoguerra attraverso la storia di una delle intellettuali più vivaci della seconda metà del XX secolo: Elena Croce.
Nata a Napoli nel 1915, figlia primogenita di Benedetto Croce, Elena è stata, come scrive la Bufacchi, “scrittrice dallo stile riconoscibile, traduttrice raffinata, studiosa originale di momenti e protagonisti della tradizione europea, ma anche saggista acutissima che analizzò tra i primi la fenomenologia del Moderno, fra critica e antropologia”.
Il libro di Emanuela Bufacchi, professore associato di Letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, sarà presentato in anteprima nazionale proprio nella Biblioteca Pagliara del Suor Orsola mercoledì 15 marzo alle ore 16 (anche in diretta streaming su www.facebook.com/unisob) con l’intervento introduttivo del Rettore, Lucio d’Alessandro. A discutere con l’autrice ci saranno Emma Giammattei, professore emerito di Letteratura italiana al Suor Orsola, Paola Villani, direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Ateneo napoletano e i due figli di Elena Croce: Benedetta Craveri, professore straordinario di Letteratura francese al Suor Orsola e Piero Craveri, presidente della Fondazione Biblioteca Benedetto Croce e dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa.
Il libro di Emanuela Bufacchi, grande esperta di esegesi dantesca e attenta studiosa della scrittura delle donne (in particolare di Matilde Serao) e della ridefinizione dei canoni letterari, attraverso la figura di Elena Croce ricostruisce l’itinerario intellettuale della fervida stagione dello «Lo Spettatore italiano» (1948-1956), il mensile progettato dalla Croce, insieme con il marito Raimondo Craveri, con lo scopo di costituire un circolo di scrittori, critici, teorici, impegnati nello sforzo comune del cambiamento culturale e politico.
“Fondato a Roma nel gennaio del 1948 con l’intento di dar vita a una rivista mensile sul modello dell’Economist – ricorda la Bufacchi – “Lo Spettatore Italiano” rivestì, al di là degli obiettivi politici, condotti in opposizione alla maggioranza di Governo, una funzione d’indirizzo, ispirata dal fermo intento di avviare una riforma culturale che potesse riuscire decisiva per le sorti dell’Italia di quel tempo”.
Elena Croce ne avrebbe assunto la direzione nel 1954, ma fin dalla fondazione, come scrive la Bufacchi, “vi inaugurò la sua “battaglia per la cultura”, intesa come intervento contro il conformismo di massa e quindi come formazione di individualità, unico presupposto di una nuova classe dirigente”. Di questa incisiva azione culturale nel libro, realizzato con il sostegno della Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, si dà conto anche con una selezione di scritti, proposta insieme agli indici completi della rivista: ne risulta, a testimonianza immediata, la schiera di collaboratori di spicco, da Leo Spitzer a Elémire Zolla da Sergio Solmi a Pietro Citati e la variegata ricchezza delle tematiche caratterizzanti.