“Mi sono dimesso da segretario provinciale di Azione Salerno e dal Direttivo nazionale del partito di Calenda che lascio senza rimpianti”. Gigi Casciello, ex deputato, molto vicino alla ex presidente di Azione, Mara Carfagna, lo scrive in un post social dove comunica l’addio al partito di Carlo Calenda.
“Resto convinto – sostiene – si possa costruire un’area di centro moderata, liberale e popolare ma non sono disposto a farlo nel campo del centrosinistra e Azione e’ sempre piu’ orientata (direi radicata) in quel campo”.
“Non e’ per me, per quanto ho fatto – sottolinea Casciello – e, mi si permetta, ho rappresentato con il mio impegno professionale e politico”. “Un ringraziamento e’ pero’ d’obbligo alla comunità politica di Azione Salerno che ho avuto l’onore di guidare ma devo anche chiedere scusa a quanti ho chiesto (convincendoli) di aderire ad Azione assicurando che non si sarebbero ritrovati nel campo largo con il Pd, i 5Stelle e altri… I fatti stanno dimostrando che mi ero sbagliato” conclude Casciello.
E’ il campo largo di centrosinistra che divide. La decisione di Casciello arriva dopo le dimissioni del deputato Enrico Costa (che ha già ufficializzato il suo ritorno in Forza Italia) e delle parlamentari Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace.
Casciello entra nel merito della questione in una missiva indirizzata al Commissario di Azione Campania, Luigi Bosco, e al segretario nazionale Carlo Calenda.
“Caro Segretario, dopo aver tentato di non far prevalere il mio disagio, in un partito al quale mi sembra di aver dato abbastanza in termini di disponibilità e di consenso personale, rassegno le dimissioni da commissario provinciale di Azione Salerno e consegno simbolicamente nelle Tue mani la tessera del partito”, scrive Casciello.
Non lascio Azione solo nella convinzione sia un esercizio improbabile spiegarne la “terzietà’” del Tuo partito quando invece hai scelto di aderire al Campo Largo nelle prossime elezioni regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna ma perché anche nella ultima Direzione Nazionale (come sempre online…) è stata palpabile, da taluni persino espressa, la soddisfazione per l’uscita dal partito di quattro parlamentari la cui storia politica e personale avrebbe meritato maggiore rispetto.
E soprattutto per quanto sia stata chiara la radice ideale di Azione: partito progressista (categoria comunque superata) ben piantato nel centrosinistra. Tutto legittimo, per carità, ma non può essere la mia casa ideale e politica.
Sono convinto ci sia spazio e si debba lavorare per un’area politica che sia vero riferimento per i liberali, i cattolici, i moderati ma ritengo non lo si possa fare nel campo del centrosinistra. Tra le motivazioni della mia uscita di Azione potrei aggiungere anche discutibili, a mio parere, scelte organizzative e di assegnazione di ruoli al vertice del partito ma preferisco astenermi per carità cristiana. In queste circostanze si conclude con i ringraziamenti ma li troverei ipocriti.
Vado via senza rimpianti e certo di aver fatto per intero la mia parte credendo in un progetto politico che non credo sia realizzabile con Azione: ho accettato con generosità da parlamentare uscente di candidarmi al Senato nel maggioritario, ho raccolto quasi 13mila voti alle Europee in un “clima” interno ostile, Azione a Salerno è passata (con la mia gestione da fine 2022) da poco più di 200 a 834 iscritti e ha una delle poche sedi provinciali, tra l’altro unica in Campania. Insomma, credo di aver fatto abbastanza e mi scuso con quanti ho convinto ad aderire ad Azione in nome di un progetto politico che non li avrebbe mai visti in coalizione con la sinistra”.