“Una donna di comunione, capace di lottare per la dignità degli uomini”. A rendere omaggio a Franca Troisi, docente, militante, animatrice culturale, scomparsa ieri, è Padre Luciano Gubitosa in una chiesa di San Ciro gremita. A salutare Franca c’è il popolo della sinistra di ieri e di oggi, che ha militato o è cresciuto con lei, sono giovani e meno giovani, a conferma della sua capacità di unire le generazioni, ci sono i suoi ex allievi, gli amici che hanno condiviso il cammino con le associazioni e le battaglie per la città. Padre Luciano ricorda come “l’essere cristiani vada al di là delle etichette, significa avere fede nell’uomo, essere capaci di guardare al futuro, farsi testimoni attraverso il proprio impegno del Regno di Dio. Al di là delle ideologie, Franca ha incarnato il Vangelo nella propria vita, coltivando speranza e umanità”.
E’ l’amica di sempre Cecilia Valentino a ricordare come speranza e resistenza siano le parole che meglio hanno caratterizzato la sua vita. “E’ stata una lottatrice. Ma mi piace ricordare anche la capacità delle sue mani di realizzare oggetti in creta e ferro, da bracciali a spille che donava alle amiche. La immagino mentre si avvia verso l’aldilà, dialogando con le filosofe e storiche femministe che amava”.
Il professore Nunzio Cignarella pone l’accento sulla sua coerenza. “E’ sempre stata schierata da una parte, si è sempre battuta per determinati ideali, a cui non è mai venuta meno. Ha sempre operato perchè crescesse questa città. E poi mi porto con me la convinzione che le fossi simpatico e me lo dimostrava sempre”
L’onorevole Alberta De Simone sottolinea come “La sua forza è stata l’autonomia che le conferiva una grande cultura femminista prima che comunista. E’ stata un’intellettuale autonoma nel giudizio. I suoi interventi erano per l’epoca avveniristici, capaci di scandalizzare la parte maschile dei gruppi dirigenti. E’ stata uno stimolo per tutte le donne ad andare avanti nell’intelligenza e nel coraggio. Ecco perchè siamo qui per dare l’ultimo omaggio ad una grande donna di Avellino”
Antonio Gengaro di Controvento ricorda come “Franca è stata una figura importante, insieme alla sorella Vittoria, hanno portato avanti il progetto cinematografico di Camillo Marino, ponendo le basi della fortunata rassegna Visioni, con il Centrodonna ha lottato per il progresso di Avellino e dell’Irpinia. Una lotta che ha dato frutti preziosi, formando una generazione”. La scrittrice Emilia Cirillo parla di una persona “troppo speciale per poter trovare le parole per ricordarla. le volevamo tutti bene”
Il consigliere comunale Amalio Santoro spiega come Avellino debba dire grazie a “Franca Troisi perchè ha ha tenuto accesa la fiaccola dell’impegno civile, della riflessione culturale. E’ stato capace di legare tradizioni culturali diverse in nome di un rinnovato umanesimo. Non si è mai arresa rispetto al ripiegamento della città, alimentando una ragionevole speranza di futuro e scommettendo sulle nuove generazioni, Una lezione di cui fare tesoro”. A tributarle l’ultimo saluto anche il sindaco Laura Nargi.
E sono davvero tanti gli amici venuti a renderle omaggio, a confortare i figli e le sorelle Pina e Vittoria, sono uomini e donne, espressione della Sinistra e del mondo delle associazioni, dall’onorevole Enzo De Luca a Lucio Fierro, dal giornalista Generoso Picone alla professoressa Carla Perugini, dal professore Giuseppe Moricola a Roberto Montefusco di Sinistra Italiana, da Franco Mazza di “Salviamo la Valle del Sabato” a Costantino D’Argenio di Rifondazione Comunista e Stefano Iannillo dell’Arci, dal professore Tonino Spagnuolo del Circolo Immaginazione, anima del Laceno d’oro a Pietro Mitrione di InlocoMotivi e Franco Fiordellisi, già segretario della Cgil. Bella anche la scelta della famiglia di destinare le offerte all’Associazione Medici Senza Frontiere