E’ a Luogosano, davanti ai cancelli dello stabilimento di Arcelor Mittal, che quest’anno si celebra la festa del lavoro. O meglio, del lavoro che non c’è. Questa mattina, il sit in con i 70 operai che rischiano di perdere il posto, sindaci e consiglieri comunali, sindacati e il vescovo di Ariano, Sergio Melillo, che ha ricordato come questa vertenza di Luogosano è una parte della grande vertenza che riguarda tutte le aree interne, la grande parte dell’Irpinia che soffre di spopolamento, impoverimento, desertificazione.
“Siamo accanto a chi rischia di perdere il lavoro, e con esso la speranza nel futuro in una terra difficile come la nostra”, commenta Roberto Montefusco, coordinatore provinciale di Sinistra Italiana. “Per celebrare questa giornata con le lavoratrici e I lavoratori, con le organizzazioni sindacali. Per ribadire che l’ otto e il nove giugno possiamo insieme riconquistare spazi di diritti e democrazia votando cinque volte sì”. Presenti tra gli altri la segretaria della Cgil, Italia D’Acierno, Luigi Simeone della Uil, Ferdinando Vecchione della Cisl, Tony Della Pia di Rifondazione Comunista.
“Questo è un luogo simbolo della vertenza Irpinia”, osserva Giuseppe Morsa della Fiom. Per l’ex presidente della Provincia Domenico Gambarcorta, esponente di Azione, la questione deve essere affrontata dal governo: “Un dramma maggiore nelle aree interne del Sud quando si minaccia la chiusura di una azienda che da oltre trent’anni ha garantito occupazione a circa 70 persone del territorio. Occorre la massima mobilitazione delle Istituzioni dopo questo appuntamento simbolico perché la politica industriale diventi la priorità del Governo. Chiederemo ai parlamentari di Azione di attivarsi perché il Ministro del Made in Italy si faccia carico della vertenza”.