Lo sottolinea con forza don Antonio Dente, parroco della chiesa di San Francesco Saverio “E’ tempo di costruire ponti, anche in questa città, proprio come ci ha chiesto Papa Leone, sull’esempio di Santa Rita, donna di pace. Lì dove ci dovrebbe essere armonia continuano ad esserci tensioni e contrasti. Ecco perchè invochiamo l’intercessione della Santa”. Ed è proprio nella sua capacità di unire, abbattendo steccati, il senso profondo della processione di Santa Rita, che attraversa la città, salutata da fuochi, coriandoli e dalla banda musicale. Una festa che si carica dei significati più diversi in cui la fede abbraccia la tradizione, un rito trasmesso di generazione in generazione, che ci fa sentire più vicini a chi non c’è più o è capace di restituirci speranza “Santa Rita – prosegue don Antonio – ha scelto sempre la strada della mediazione, mai quella della vendetta, anche dopo la morte del marito e dei figli. E’ importante che chi partecipa a questa processione non si limiti a una passeggiata ma riscopra la devozione più autentica, che si nutre di impegno quotidiano, della capacità di seguire l’esempio dei santi. La fede per Santa Rita non può limitarsi a una richiesta di grazia”. In prima fila ci sono il sindaco Laura Nargi e numerosi assessori. Ma è nella fede dei cittadini comuni il senso profondo della processione, accompagnata dal simbolo delle rose a lei care e preceduta dal passo di donne a piedi scalzi che richiamano nell’abbigliamento la scelta monacale di Santa Rita.
Una processione che conserva intatta la sua forza, partendo dalla chiesa di San Francesco Saverio, per poi attraversare via Del Gaizo, percorrere via Circumvallazione, piazza D’Armi, via de Concili, corso Vittorio Emanuele, piazza Libertà fino al rientro in chiesa. Lo sguardo della santa non fa distinzione di età, classe sociale, nazionalità o colore della pelle, richiama ciascuno di noi all’impegno quotidiano. Ed è bellissimo come in tanti la aspettino ai bordi della strada, come le famiglie siano lì con i loro bambini, insieme a coppie, anziane, perchè Santa Rita sa abbracciare tutti con il suo manto. “Si tratta di un culto fortemente radicato in città – spiega don Antonio Dente – che resiste da quasi cento anni in questa chiesa. Prima che fosse realizzata la statua portata tradizionalmente in processione, oggetto del culto dei fedeli era un’altra statua conservata nella chiesa di San Generoso”.
Protettrice delle donne maritate infelicemente e delle cause impossibili, Santa Rita scelse la vita monastica per trovare conforto dalle tragedie familiari che avevano colpito la sua vita. Giovanissima, fu data in sposa ad un uomo violento. Il marito fu assassinato, proprio come i figli. Malgrado ciò Santa Rita scelse di interrompere la spirale di odio che si era creata. Entrò in convento e lì visse gli ultimi 40 anni di vita. Poco prima di morire, immobilizzata a letto, santa Rita chiese ad una sua cugina di portarle una rosa e due fichi dalla casa paterna. Era inverno, ma i frutti c’erano e la cugina glieli portò. Da allora le rose sono il fiore a lei dedicato.