No al terzo mandato, sì a De Luca. Il campo largo si fa anche con il governatore, che però non può essere il candidato alla presidenza della Regione. Il centrosinistra prova a ricucire lo strappo con il presidente. Alleanza Verdi Sinistra, Si Può, Controvento, Pd, nella sala blu del carcere borbonico, insieme al deputato dem, ex Articolo Uno, Arturo Scotto, e al senatore di Sinistra Italiana, Peppe De Cristofaro, provano a mettere le cose chiaro in vista delle Regionali del 2026.
Ad introdurre il dibattito è Generoso Picone – presidente di Controvento – che sottoliena la necessità di costruire l’alleanza su un programma e non partendo dai nomi, ovvero dalla ricandidatura o meno di De Luca. “Riprendiamo il filo che ci ha portato a mettere insieme la coalizione di centrosinistra per le amministrative di Avellino”, osserva. “Eravamo partiti da un progetto per la città, ora dobbiamo riflettere su una idea d’Irpinia da presentare alle regionali. Il Mezzogiorno, le zone interne – afferma Picone – continuano ad essere un posto fragile: sanità, infrastrutture, trasporti e tutti gli altri temi intestati al governo regionale appaiono di grande urgenza”.
Aggiunge che “il centrosinistra, il campo largo, si qualifica su un programma: non possiamo dividerci su De Luca. Una valutazione sul governatore va fatta: questa verifica potrebbe essere inclemente”.
Al tavolo c’è anche Giancarlo Giordano, in sala il presidente della Provincia Rino Buonopane, Amalio Santoro, consigliere comunale, il consigliere regionale 5stelle Vincenzo Ciampi, Lello De Stefano, esponente Pd dell’area Schlein.
Per Antonio Gengaro, consigliere comunale di opposizione “il centrosinistra per la Regione deve essere organico, progressista e riformista, fondando il suo stare insieme sulla volontà di dare risposte ai problemi concreti che riguardano la sanità, i trasporti, impegnandosi per il riequilibrio tra aree interne e la fascia costiera, per offrire opportunità di investimento che sono necessarie, soprattutto nelle province più svantaggiate”.
“La riflessione – dice l’ex candidato sindaco – deve partire da queste questioni per poi individuare i candidati. Pensiamo e speriamo che De Luca possa essere parte dell’aleanza. Detto ciò, ci riconosciamo nella legge nazionale che limita a due i mandati dei sindaci e dei presidenti di regione. Non è una questione personale, ma di rispetto per una regola. Noi siamo diversi dal centrodestra. Si fa spesso l’esempio di Maroni, che ha avuto tre mandati, ma rappresentava forze politiche come la Lega, con un passato addirittura secessionista, comunque lontano dai nostri valori”.
Noi – prosegue – ci riconosciamo nella cultura democratica del paese. Bonaccini, in Emilia-Romagna, ha favorito il rinnovamento dopo il suo mandato, così come Decaro nella sua regione. De Luca – ammette Gengaro – con il suo lungo impegno politico per Salerno e per la Campania ha dato molto. Può senza dubbio avere un ruolo significativo per il futuro della nostra terra”.
Lo ripete Scotto: “Speriamo che De Luca cambi idea. La sua posizione appare oggi irremovibile. Auspico che partecipi alla costruzione di un nuovo centrosinistra, però il terzo mandato non ci può essere: non solo per un fatto formale ma di sostanza. Il Pd resta convinto che occorra evitare che ci sia per troppo tempo una concentrazione di potere. Valeva per Bonaccini e per Decaro e vale anche per la Campania. De Luca ci ripensi.
Lavoriamo – assicura Scotto – per la costruzione di un centrosinistra che affronti le grandi questioni come ad esempio quella del lavoro, delle politiche industriali, della sanità pubblica, dei trasporti. De Luca ha fatto anche cose buone. Ma serve un cambio di metodo: se c’è una cosa che non ha funzionato – ragiona Scotto – è che De Luca è stato poco permeabile alle istanze di pezzi significativi della società”.
Per Scotto, anche i consiglieri regionali del Pd che hanno votato a favore del terzo mandato di De Luca “non hanno una volontà radicata di proseguire su questa strada. Anche perché il simbolo del Pd non sarà dalla parte del governatore nel caso in cui scegliesse di correre da solo come candidato alla presidenza della Regione”.
De Cristofaro parla del modello di alleanza: “E’ sempre lo stesso vale per le politiche come per le regionali: è il campo largo. Che si può chiamare in qualunque altro modo, ma si tratta di una coalizione progressista che mette assieme le forze di opposizione a livello nazionale che hanno lottato insieme per il salario minimo e per tante altre battaglie che si stanno facendo.
La coalizione – evidenzia De Cristofaro – è la precondizione, ma naturalmente non basta. Vanno coinvolti quei pezzi di società che oggi vivono un distacco molto forte nei confronti della politica e spesso non vanno a votare, non partecipano. Questo dovrebbe essere il nostro grande assillo”.
Sul terzo mandato, De Cristofaro è categorico: “Abbiamo votato contro anche a quello per i sindaci dei comuni sotto i 15mila. Non ci piacciono, diciamo così, le cariche a vita, ma onestamente non è semplicemente una questione di mandati ma di come si amministra. La sanità e i trasporti in Campania vivono un momento di grande difficoltà. Vorrei che si discutesse anche di questo, È chiaro – conclude esponente di Avs – che l’ideale sarebbe di arrivare a una coalizione larga del centrosinistra ed evitare gli elementi di divisione”.