L’udienza di oggi si è aperta oltre con la reiterata ammissione di prove accolta dal collegio. Subito opo, sono iniziate le testimonianze. Il primo testimone che ha raccontato le fasi antecedenti al delitto: “Stavamo trascorrendo la serata presso il bar, a Torrette di Mercogliano, dove eravamo soliti andare. Improvvisamente, due ragazzi si sono avvicinati a noi e hanno iniziato a minacciarci, probabilmente a causa del parcheggio della macchina. Ci hanno urlato: “Di chi è questa macchina? Spostala subito altrimenti ti ammazzo!”. Dopo ho saputo che questa persona si chiamava Iannuzzi. Pochi minuti dopo sono arrivati altri nostri amici. Roberto si è avvicinato a loro e ha iniziato un alterco. Ho sentito urlare “Il coltello, il coltello!”. Poi ho visto Roberto sporco di sangue. È stata una scena surreale”.
Il Pm ha chiesto al testimone di di soffermarsi sugli attimi precedenti al delitto, quando i due gruppi dei giovani sono venuti a contatto: “Roberto si è avvicinato e, in quel momento, loro ci hanno aggrediti. È stato Iannuzzi il primo ad aggredire Roberto. In quel momento è iniziata la colluttazione. Noi siamo intervenuti per dividerli e abbiamo tranquillizzato la situazione, o almeno pensavamo che si fosse tranquillizzata. In quel momento ho sentito urlare che avevano un coltello (una molletta N.d.R)”.
L’avvocato Vozzella, difensore degli imputati insieme all’avvocato Gaetano Aufiero, ha posto domande al teste, cercando di fare luce su chi, dei due gruppi, fosse stato il primo ad avvicinarsi all’altro. Il giovane testimone ha aggiunto: “Noi siamo scesi soltanto per capire perché continuavano a minacciarci nonostante avessimo spostato l’auto. Poi, appena c’hanno visto, c’hanno aggredito senza darci il tempo di fare nulla. Roberto ha cercato di difendersi”. Il testimone conclude la sua escussione affermando: “Non ricordo se, dopo la lite, loro siano stati aggrediti, c’era un gran parapiglia, però sono stati loro ad aggredire noi”.
L’avvocato Gaetano Aufiero, invece, si è soffermato sulla presenza del video che racconta una versione diversa dell’aggressione e, inoltre, ha mostrato al teste alcune immagini di Niko Iannuzzi scattate immediatamente dopo l’episodio delittuoso e che mostrano l’imputato con un occhio contuso. Infine, il penalista ha chiesto al collegio di mostrare il video, aggiungendo: “Ritengo sia opportuno procedere con la visione della prova video poiché quanto dichiarato questa mattina non coincide in alcun modo con quanto si vede nel video”.
Anche il presidente Scarlato ha posto domande al teste, in particolare ha chiesto di precisare quante persone, effettivamente, hanno partecipato al “parapiglia” e, soprattutto, come mai i protagonisti della vicenda fossero finiti dall’altro lato. Il teste ha risposto di non ricordare.
La seconda testimonianza ha descritto l’episodio delittuoso: “Loro ci minacciavano, Roberto si è avvicinato per chiedere chiarimenti e, in quel momento, è stato aggredito”. Il testimone è caduto in contraddizione più volte, soprattutto sul momento in cui la prima rissa è sostanzialmente terminata. Incalzato dal Pm, poi, non è riuscito a chiarire come mai Bembo, al termine della prima rissa, si trovava dall’altro lato della strada. Anche in risposta alle domande dell’avvocato Aufiero, il teste non è riuscito in nessun modo a chiarire il momento in cui l’aggressione si sposta dall’altra parte della strada.
La terza testimonianza, ancora, ha fatto eco alle precedenti, raccontando la dinamica del delitto: “Ho sentito che, dalla loro macchina, ci dicevano ‘Che cavolo avete da guardare?’. Le minacce sono proseguite e Roberto è andato a chiedere spiegazioni ma era tranquillo, non era agitato. In quel momento è iniziata l’aggressione. Io, avvicinandomi, ho visto che Roberto sanguinava. Accanto a lui c’era Niko Iannuzzi”.
Il Pm Toscano ha chiesto l’acquisizione dei filmati dell delitto. La Corte, nella fattispecie, ha ritenuto “imprescindibile” la visione dei video. La prossima udienza, dove saranno ascoltate altre quattro testimonianze, è attesa per il 6 maggio 2024.