“E’ ora che i medici diventino i principali avvocati di un cambiamento nelle scelte alimentari”. Spiega così Giuseppe Remuzzi, ospite della terza giornata del festival “Le due culture” a Biogem, il legame forte tra alimentazione e salute del pianeta “Per rendere il pianeta vivibile siamo chiamati a ridurre il consumo di carni e ad aumentare del cento per cento il consumo di vegetali”. Spiega come “Le buone scelte alimentari determinano una riduzione di malattie come diabete, cancro e malattie croniche, decisivo è anche il consumo di frutta e verdura. Alcuni studi dimostrano come il 40% dei tumori potrebbe essere prevenuto modificando le abitudini alimentari. Ma è importante che i medici facciano la loro parte”. Sottolinea come “La dieta mediterranea è salutare ma possiamo trovare anche in altre culture indicazioni importanti su come nutrirci, penso al Sud dell’Africa dove prevalgono legumi e cereali. Sono diete che stiamo cercando di studiare, molte di esse hanno in comune il consumo di carne solo in certe occasioni, mescolandola con altri ingredienti”. Remuzzi consegna una serie di esempi: “E’ stato dimostrato, ad esempio, che l’uso del frumento non processato riduce il diabete. Anche i funghi hanno forti proprietà antiossidanti. E’ chiaro che è importante privilegiare prodotti con forti potere antinfiamattori come i cereali, la segale o il riso. Penso anche alle lenticchie che sono preziose poichè non hanno additivi ma contengono aminoacidi, zinco e potassio. Ecco perchè uno dei modi più importanti di combattere il riscaldamento clinatico è proprio nutrirsi di lenticchie. Penso anche ai frutti di acai, pianta del Sud America, che proteggono il cervello ed hanno proprietà antincancro. Proprio studiando i popoli dell’Amazzonia abbiamo scoperto che è nella dieta il segreto di una pressione nella norma”. Sottolinea come “Si può ragionare con il cibo in termini di sostanze chimiche. Così alcuni alimenti riducono gli oncogeni che favoriscono lo sviluppo dei tumori. Ciascun cibo può essere associato ad una quantità di emissioni di C02 o di consumo di suolo, possiamo prendere coscienza di cosa facciamo al pianeta quando consumiamo alcuni alimenti” Ricorda come “il 70% dell’agricoltura dipende dalle api, che potrebbero sparire tra pochi anni. Dobbiamo lavorare perchè l’Italia diventi un laboratorio aperto, attraverso una presa di coscienza dei cittadini e grazie alla presenza di un sistema sanitario nazionale. L’intelligenza artificiale potrebbe offrire da questo punto di vista un contributo decisivo nel mettere insieme i dati legati al cibo e alla genetica. Poichè sono proprio i paesi che producono il minor numero di emissioni i più penalizzati”. Ribadisce come “Abbiamo tutti una grande responsabilità nell’educare a una sana alimentazione”
Mario Panizza dell’Università Roma Tre si sofferma, invece, sulle piazze che recuperano spazi verdi proprio come le periferie o i parchi archeologici. Mentre Paolo Caputo, direttore dell’Orto Botanico di Napoli, analizza l’evoluzione del concetto di orti botanici nati con finalità didattiche e che oggi svolgono un ruolo decisivo nella conservazione della biodiversità, promuovendo attività di ricerca ma che rischiano di vedere snaturata la loro funzione nel momento in cui sono utilizzati per accogliere eventi