Vittorio D’Alessio alla fine l’ha spuntata. E’ riuscito a tenersi buoni tutti e a trovare la soluzione, pare la più ragionevole, di buon senso: la gestione dei rifiuti resta pubblica. Due alternative: o si continua con Irpiniambiente, oppure di costituisce una società nuova, anche in questo caso pubblica. In un modo o nell’altro il servizio rimane ai Comuni, che dovranno però subentrare nella titolarità delle quote di partecipazione al capitale sociale della società provinciale. Sempre abbiano i conti in regola. Stesso discorso per la provincializzata. Perché ci sono spese da coprire, costi. Sarà poi Palazzo Caracciolo a disporre l’eventuale cessione delle quote. Il pubblico, in ogni caso, si salva comunque.
D’Alessio lo aveva promesso, rassicurando nei mesi scorsi gli operai di Irpiniambiente che protestavano sotto Collina Liguorini: ovviamente temevano che nel trambusto dello scontro politico fossero come sempre loro a farne le spese. Da una parte Irpiniambiente, per metà smantellata dopo l’uscita del comune di Avellino, come deciso dall’ex sindaco Gianluca Festa con la creazione del sub ambito cittadino; dall’altra, la Provincia che cercava di tutelare la sua “creatura”. Nel mezzo, l’Ato guidata da un consiglio d’ambito che era d’accordo su nulla. Almeno sino all’altro giorno quando c’è stata una “svolta storica”, come ha detto D’Alessio. Una medaglietta da appuntare sulla fascia tricolore, senza il conforto di un partito politico, essendo un irriducibile civico. Lo era anche al momento della sua elezione a presidente dell’Ato: per questo fu scelto e mise d’accordo i consiglieri regionali Livio Petitto – oggi capogruppo di Moderati e Riformisti, formazione di centrodestra, ed Enzo Alaia, esponente di Italia Viva, e l’allora sindaco di Avellino, Gianluca Festa, alfiere del civismo. L’altro consigliere regionale Maurizio Petracca, riferimento del Pd, scelse Pasqualino Giuditta, ex sindaco di Summonte. Petracca e Alaia, entrambi del centrosinistra, in quella occasione non trovarono la quadra. Il malinteso fu chiarito dopo poco. Un attimo prima dello scontro tra Petracca e il presidente della Provincia, Rino Buonopane.
Intanto che Festa studiava come tirare fuori il capoluogo dall’Ato. Sembrava impossibile una intesa. Ma D’Alessio con la sua azione di incessante mediazione è andato avanti: ha prestato orecchio alle istanze della Provincia, ha cercato di assecondare i Comuni nonostante i ricorsi di alcuni sindaci al Tar, ha provato a salvare i dipendenti di Irpiniambiente, ha applicato la legge regionale numero 14 per il riordino del ciclo dei integrato dei rifiuti. Ora il sindaco ce l’ha quasi fatta: a prevalere sui distinguo politici è stato il buon senso. A volte funziona, ma ci vuole tempo: con la politica sarebbe stato meglio, tutto molto più veloce. Il civismo ha avuto ragione.
Quando è animato da valori e da proposte ragionevoli, forse è la soluzione per superare le sterili logiche di contrapposizione politica, sulla base di idee sensate.