Ariano – «Una svolta per la città». Così si esprime il vice sindaco di Ariano Grazia Vallone in un commento in merito alla seduta consiliare di giovedì sera sulla strada Manna – Camporeale.
La vice sindaco è entusiasta per come sono andate le cose. «E’ stata posta una pietra miliare nella storia di Ariano perché finalmente la politica, con la “P” maiuscola si è assunta la responsabilità della verità. Una tappa fondamentale della rivoluzione che ho sempre auspicato e in cui ho creduto aderendo al progetto politico di centro sinistra che porta il nome Franza.
La tanto famosa strada Manna – Camporeale, cavallo di battaglia di molti – continua la vice sindaco -, è un progetto irrealizzabile per costi insostenibilie per il devastante impatto sul territorio. E molti lo portavano avanti pur sapendo che non era realizzabile».
La vice sindaco dice di voler evitare di entrare in polemica su alcune scelte del passato e continua sulla seduta consiliare ultima. «In aula c’era quell’aria di nuovo che tutti auspichiamo, quando il Presidente della Provincia si è assunto la responsabilità di risolvere i guasti del passato. Si è compreso che c’è una nuova classe dirigente che si assume le responsabilità di governare e guardare in faccia i cittadini e spiegare senza strumentalizzazioni».
Ringrazia, inoltre, i suoi “compagni di viaggio” in questa avventura e aggiunge: «Il lavoro non finisce qui perché stiamo lavorando alla nuova visione della città con lo sguardo alla concreta opportunità che abbiamo colto: il riammagliamento urbano di Cardito, attraverso percorsi da potenziare e collegare per liberare la Ss90 dal soffocante traffico. L’espansione moderna della città – conclude la vice sindaco – finalmente si collegherà con le propaggini di penetrazione antica del beneventano, San Liberatore, crocevia di tratturelli. Si pensa ad una seria alternativa alla Manna-Camporeale, ad un tracciato vallivo poco impattante e in parte esistente».
Le minoranze invece, come già anticipato avevano contestato le posizioni della «maggioranza consiliare e della Provincia di Avellino, che hanno semplicemente rinunciato al progetto, rifiutando ogni discussione sulla proposta della minoranza di predisporre una variante che consentisse di ridurre i costi, di rendere l’opera meno impattante dal punto di vista ambientale e di non perdere il cospicuo finanziamento (circa 30 milioni di euro) ancora disponibile. Allo stato non c’è nessun progetto alternativo».