“Le sfide dei territori, delle zone interne e montane del Paese, si vincono solo se impariamo a camminare insieme. E come Uncem abbiamo accolto molto positivamente la notizia del nuovo incontro dei Vescovi delle aree interne di tutt’Italia che si tiene oggi e domani a Benevento. Ho voluto esprimere a Monsignor Felice Accrocca il ringraziamento della nostra Organizzazione per questo cammino che ha avviato, non da oggi, e che rilancia con questo importante summit. È importante trovare nuove sinergie tra soggetti istituzionali diversi ma con valori comuni. Perché anche la pandemia ci ha mostrato che vinciamo le sfide solo insieme, senza lasciare nessuno indietro. E le comunità vive, civile ed ecclesiali, ‘in uscita’, sono la chiave di volta di questa costruzione di futuro”.
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, in merito all’incontro dei Vescovi che verrà ospitato a Benevento.
Il Presidente Uncem nei giorni scorsi aveva scritto una lettera a tutti i Vescovi italiani, e al Presidente della CEI Zuppi, confermando l’importanza anche di una riorganizzazione delle strutture istituzionali – vale per le parrocchie e molto per i Comuni delle aree montane e interne italiane – con un nuovo ruolo di Sindaci e preti. Ciascuno per il proprio ambito di azione. Ma in sinergia.
La morte di una parte del territorio costituisce un danno serio per tutto il Paese. Accrocca lo ribadisce anche per nuove scelte e dimensioni che la CEI deve darsi. La sintonia tra i problemi, le sfide e le opportunità di Parrocchie, Unità pastorali, Diocesi, Chiesa italiana tutta, con quelle di Comuni, Unioni montane, Province, Regioni, Paese-Italia, sono moltissime e parallele, quasi sovrapponibili. “Stiamo lavorando a un dossier su questo tema, interessante e moderno. Anche rispetto al ruolo che la Chiesa Valdese ha da anni sui territori montani – precisa Bussone – che in un dialogo ecumenico intenso può vedere anche la Chiesa cattolica fare di più per le zone interne, montane, per i piccoli Comuni, per le stesse parrocchie dei Comuni montani e delle zone interne italiane. Condivido quanto affermato da Accrocca: ‘dobbiamo essere costruttori di ponti, intendiamo proporre un metodo che, in politica come in economia, come pure nel vissuto ecclesiale, tenga fermo il primato della comunione’. E il metodo, è quello del camminare insieme, di fare rete, quindi, gioco di squadra, programmando insieme una politica di sviluppo: se riuscissimo nell’intento, tutti ne trarremo vantaggio; in caso contrario, tutti saremo destinati a perdere’.