La crisi si rivolve, a determinate condizioni. L’ex sindaco Gianluca Festa lo ha detto in conferenza stampa l’altro giorno, prima che il previsionale approdi di nuovo in consiglio comunale, il prossimo 12 maggio – il 14 in seconda convocazione –. Perché il bilancio deve passare, altrimenti è la fine dell’amministrazione Nargi. Meglio essere chiari.
Perché l’ultima volta è finita male: i consiglieri della maggioranza assenti tutti, Nargi ha ritirato il bilancio. Non c’era altra scelta: i festiani non avrebbero votato il previsionale perché di fatto il collegio dei revisori non si era pronunciato a favore.
Stavolta non ci dovrebbero essere problemi: “Il bilancio emendato passerà. C’è comunque bisogno del parere favorevole del revisore”, è la condizione di Festa.
Già si è perso troppo tempo: “La questione poteva risolversi nel giro di 24 ore, dal momento in cui il revisore ha osservato che il previsionale aveva bisogno di aggiustamenti”, ha reclamato l’ex sindaco.
Ecco gli aggiustamenti. La sindaca e l’assessore al bilancio Alessandro Scaletti hanno aggiunto, alla voce “entrate”, due beni da vendere: lo stadio Partenio Lombardi – che presumibilmente sarà acquistato da Angelo D’Agostino, patron dell’Us Avellino – e il conservatorio Cimarosa che sarà comprato dalla Provincia, ovvero dal conservatorio stesso.
Per la sindaca tutto torna. Un’unica precisazione: “Prima del 12 maggio, non possiamo spendere un euro per le consulenze. Era annunciato. Una valutazione depositata presso il Comune di Avellino era di 7 milioni e centomila euro, ora è di 6 milioni e 100 mila. Non è una valutazione della vendita dello stadio, che è cosa ben diversa…Ci sono vari istituti che se ne occuperanno, come l’Agenzia delle Entrate. Oppure potremmo affidarci ad un professionista”.
Insomma il valore dello stadio inserito in bilancio è una cosa, il valore della vendita dello stadio è un’altra. In sintesi, la vendita del Partenio Lombardi, secondo Nargi, è la soluzione affinché il previsionale sia congruo, anche se la stima del valore non è certa.
Però l’ex sindaco Festa ha avvertito in conferenza stampa, nei giorni scorsi, che proprio lo stadio non è la soluzione per sistemare il bilancio. Inoltre, il problema, come segnalato dai revisori, sta nella attendibilità delle stime dei beni da vendere.
Comunque i festiani sono pronti a dare una mano con quattro emendamenti. L’ex sindaco in conferenza stampa ha spiegato la soluzione è il taglio a spese e accantonamenti.
Sindaco e maggioranza hanno due soluzioni contrapposte. In consiglio i numeri sono dalla parte dei festiani, e non di Nargi. E’ l’anomalia di questa consiliatura.
Nargi dice il vero quando fa notare che la crisi è politica. Una crisi iniziata da quando la compagine elettorale che ha vinto le elezioni con Nargi candidata sindaco al posto dell’ex sindaco è diventata da gruppo unico una alleanza che si tiene insieme soltanto grazie ad una continua ed estenuante mediazione che finisce sempre a favore di Festa, sia quando si tratta di votare il bilancio, sia di rivendicare incarichi. E infatti la prossima richiesta dei festiani per far tornare i conti della politica – Davvero e W la Libertà sono il gruppo di maggioranza relativa, per un voto non ancora assoluta – sarebbe di ottenere un nuovo assessorato.
Se la crisi è veramente politica, allora Nargi dovrebbe trarne le conclusioni: trovare i numeri per una nuova giunta, impresa abbastanza complicata se non impossibile, che porterebbe in un modo o nell’altro ad una situazione difficile da gestire. Oppure la fascia tricolore dovrebbe dimettersi.
Mentre per i festiani, che parlano di crisi tecnica, non ci sarebbe bisogno di null’altro, per ora, se non di votare il bilancio a determinate condizioni. E poi tutti a governare insieme a Nargi, ma da alleati. E’ la democrazia.