Sceglie di esplorare la crisi ateniese attraverso i parametri concettuali dell’antropologo Ernesto De Martino Antonella Mancusi ne “Il riscatto dello sguardo. Il sentimento della crisi e l’Atene di oggi”. Dallo sguardo inquieto del regista greco Yorgos Lanthimos (alla cui cinematografia dalle dirompenti valenze antropologiche è interamente dedicato il terzo capitolo), a interviste, dalla fotografia alla ricostruzione narrativa dell’autobiografia. Adottando un “triplice sguardo”, l’autrice tenta di incrociare traiettorie attraverso una “sentita” esplorazione dei quartieri ateniesi e delle isole nei dintorni, avviando nella conclusione una riflessione sul valore politico della “territorialità” umana: “Si tratta di una sopravvivenza non solo fisica ma sociale e culturale, che implica il senso di appartenenza a un luogo che deve divenire fonte di godimento dei propri bisogni”. Mancusi spiega come “Questa relazione è anche l’effetto dell’esperienza personale, del sentimento della crisi, vissuta durante un periodo di tirocinio di qualche mese, dal 3/02/2017 al 15/05/2017, svolto ad Atene, nella remota culla della civiltà, ribaltata dall’asprezza dei tempi, nella confusione del presente. La scelta del tema nasce proprio dall’esigenza di esplorare le molteplici sfumature della dimensione della crisi, riponendo attenzione alle circostanze, condizioni, ma soprattutto alle modalità attraverso le quali si può attualmente manifestare quella “crisi della presenza” intensamente raccontata dall’antropologo Ernesto De Martino. La “crisi della presenza” un tempo determinata da circostanze destabilizzanti, storiche, geologiche, patologiche, oggi sembra farsi parte costitutiva della presenza stessa, sotto forma di processi che indeboliscono e al contempo costituiscono il suo mondo, anestetizzando dalla percezione del rischio sociale, drammatizzando quello individuale. Ho cercato di adottare un “triplice sguardo”: lo sguardo fotografico sulle strade ateniesi e sulle nicchie degli homeless ateniesi, ultime ancore della sopravvivenza, lo sguardo cinematografico del regista greco Yorgos Lanthimos, quello personale, mediante il quale, nonostante il breve periodo di permanenza, sono riuscita lentamente ad abitare il contesto della mia ricerca. Ho tentato poi di individuare traiettorie che incrociano i tre sguardi sulla crisi”. Il volume sarà presentato domani pomeriggio, alle 17.30, al Circolo della stampa. Interverranno Alfonso Amendola, docente di sociologia dei processi culturali all’Università di Salerno, l’antropologa Marina Brancato e lo scrittore Alberto Castellano nell’ambito degli incontri promossi dallo Zia Lidia
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