Associazione a delinquere finalizzate allo sfruttamento della prostituzione. Il pubblico ministero del Tribunale di Avellino ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di nove persone accusate di aver organizzato e gestito un’associazione finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Le indagini, condotte dal 2017 al 2021, hanno portato alla scoperta di una rete criminale operante tra Avellino, Salerno e altre località.
Gli indagati sono accusati, in concorso tra loro, di aver sfruttato donne e transessuali italiani e stranieri per l’esercizio della prostituzione, ponendo in essere un sistema strutturato che comprendeva il reclutamento, l’alloggio e la gestione economica delle prostitute. I membri dell’associazione avevano ruoli precisi, tra cui l’individuazione degli appartamenti destinati allo sfruttamento sessuale e la riscossione dei guadagni. Le indagini, condotte dalla polizia giudiziaria, sono state supportate da una serie di prove documentali e testimonianze, che hanno permesso di ricostruire l’intera rete di sfruttamento.
Gli avvocati difensori Carmine D’Anna, Alberico Galluccio, Italo Freda, Carmen Battaglia, Gerardo Cembalo, Giacomo Sorrentino, Camillo Luigi, Leopoldo Catena entro venti giorni potranno presentare richiesta di interrogatorio per il loro assistiti e presentare memorie difensive per i loro assistiti.
L’inchiesta è stata avviata dalla Squadra Mobile di Avellino, agli ordini del vicequestore di allora Gianluca Aurilia, ha messo in evidenza che l’attività illecita si è svolta in vari appartamenti situati in diverse località della Campania, tra cui Salerno, Capaccio, Mercato San Severino e Solofra, da settembre 2017 a giugno 2021. Stando alla ricostruzione degli organi inquirenti il promotore era un 53enne di Cesinali, mentre sua moglie aveva il ruolo di coordinatrice dell’attività. Mentre suo cognato si sarebbe occupato dell’esecuzione dei compiti impartiti per realizzare il giro di prostituzione, che fruttava circa 10 mila euro al mese. In alcuni casi, l’attività illecita è stata aggravata dalla violazione delle misure di prevenzione impostate nel caso di un uomo, che era sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza al momento dei fatti.