Credeva in un’idea di letteratura senza distinzioni di genere, e rigidi steccati, capace di abbracciare società e cultura il professore Mario Gabriele Giordano, spentosi questa mattina all’età di 93 anni. Una vita, la sua, dedicata alla scuola come docente e dirigente scolastico. Con la sua rivista letteraria “Riscontri”, fondata e diretta per oltre 40 anni, rilanciata, poi, da Terebinto e Ettore Barra, aveva rivitalizzato il panorama culturale irpino e campano, attraverso uno sguardo che consentiva alla provincia di Avellino di dialogare con il mondo. Grande l’attenzione che la rivista rivolgeva ai fermenti culturali che caratterizzavano il panorama internazionale, sempre cercando di andare al di là di conformismo e stereotipi.. Impegnato sui versanti dell’insegnamento e della ricerca critica, con il rigore che lo contraddistingueva, come opinionista ed elzevirista, oltre che ad altre testate, aveva collaborato a “L’Osservatore Romano”. Saggista, era stato autore della voce Alessandro Manzoni per Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Storia e Politica – edito dalla Treccani, 2013.
Numerose le sue pubblicazioni: Lo studio critico della letteratura italiana in 4 tomi, coautore A. Pavone, 1970/75; Inchiesta sulla poesia italiana in prospettiva duemila, coautore A. Frattini, 1987; Aspetti e figure della letteratura italiana dell’Ottocento, 1988; Il Verismo, Verga e i veristi minori. Storia testi e critica, 1992; Prima della luce. Racconti brevi brevissimi minimi, 1992; Il fantastico e il reale. Pagine di critica letteraria da Dante al Novecento, 1997; Elogio dell’intolleranza, 1998; Leopardi e l’altro Vesuvio, 2003; Il tramonto dell’intellettuale, 2009; Parole dal tempo. Liriche, 2014; La lettera di presentazione. Racconti, 2016; Una lanterna accesa. Aforismi vagabondi, 2017.
In uno dei suoi ultimi volumi “Un mondo senza padri”, edito da Terebinto, sottolineava come il Novecento avesse lasciato un mondo senza padri: privo, cioè, di punti di riferimento e di valori ideali condivisi. Un’eredità, quella novecentesca, evidente nella crescente perdita di centralità della sfera culturale e spirituale. Fino al “Taccuino del diavolo”, Terebinto, romanzo storico liberamente ispirato a un memorabile Processo giudiziario svoltosi nel 1886, capace di accompagnare il lettore in un mondo rigorosamente fedele alla realtà del tempo perfino nei dettagli toponomastici, nelle abitudini e nel linguaggio tanto da dare la sensazione di camminare insieme con i personaggi e di osservare da vicino uomini e cose che in vario modo li riguardano.
Il suo ultimo saggio, curato insieme a Giuseppina Scognamiglio “Fuori l’autore. Tra nani e giganti”, La Valle del Tempo, esplorava, invece, il legame tra i grandi autori della storia letteraria e poeti e scrittori minori “Abbiamo voluto dimostrare – scriveva Giordano – come abbiano attinto da loro temi e materiali. Penso, innanzitutto, al Leopardi della Ginestra, i suoi versi richiamano con forza le immagini di un poeta irpino Marciano Di Leo ne ‘Il Vesuvio nell’ultima eruzione degli 8 agosto 1779’. Nel poemetto del Di Leo ci troviamo di fronte alla descrizione di una violentissima eruzione del Vesuvio a cui l’autore ebbe modo di assistere dalla riva di Mergellina. Il canto, come dimostra la dedicatoria al Principe di Torella datata Napoli 26 agosto 1779, fu composto nei giorni successivi all’eruzione e si impose subito all’attenzione degli studiosi. Al di là della dignità letteraria, quel che è certo è che si risolve anche in un ricchissimo repertorio di elementi descrittivi riguardanti il Vesuvio, la sua natura e i terribili effetti della sua azione, perchè su questo terreno si realizza l’incontro con ‘La ginestra’. E’ chiaro naturalmente che si tratta di echi legati alle immagini ma che il pensiero e l’idea che caratterizzano ‘La ginestra’ sono specificamente leopardiane”.
A rendergli omaggio il nipote Giovanni “Illuminato ed autorevole educatore nei licei, è stato ammirato ed amato da generazioni di studenti per la sua preparazione e per i suoi profondi valori umani e morali. È stato un prestigioso intellettuale irpino, assai stimato come scrittore, come saggista e come direttore di “Riscontri”, una rivista che si è avvalsa per un cinquantennio del contributo di eminenti studiosi italiani e stranieri.
Per la sua formazione, il suo competente impegno e la sua riconosciuta capacità di rapportarsi a chiunque con chiarezza disponibilità ed equilibrio, lascia ai tanti che lo hanno conosciuto un’indelebile testimonianza di vita fulgida e irreprensibile” “Presentò il mio primo libretto di poesie, Ferroluna, alla Biblioteca Provinciale di Avellino. – scrive la poetessa Monia Gaita – C’erano anche il preside Giuseppe D’Errico, Franco Arminio, il professore Antonio Polidoro e l’avvocato Annalisa Manfregola. Ricordo il suo luminoso intervento critico e la toccante, pacata umanità che trapelava da un carattere gentile, schivo e di spiccata intelligenza. Lo porterò nel mio cuore”.
Salvatore Rigione lo ricorda come :”Il mio amico più caro, che ha accompagnato momenti fondamentali della mia formazione culturale e degli esiti della mia ricerca, accogliendomi insieme ad altri amici, alcuni compianti, nella fucina intellettuale, da Lui promossa, della Rivista “Riscontri”. Quante riflessioni comuni e quanta nobile dialettica in quegli incontri di redazione. E quante passeggiate illuminanti quasi ogni sera per Corso Vittorio Emanuele, con altri carissimi sodali! E come emozionante quelle poche volte di rientro ad Avellino, sentire la sua voce accogliente e contenta, prima di recarmi a salutarlo a casa sua. E che ideali magnifici recati ed offerti con generosità tra gli amici e in tutti i contesti, in cui donava i suoi indimenticabili contributi. E il Suo amore per la, le letterature e la Sua scrittura impeccabilmente lineare e puntuale ma anche finemente ironica. Ironia sottile, gradevole e fascinosa la Sua, sempre, fosse nei colloqui amicali o nelle sue pagine immancabili di introduzione ai numeri della Sua Rivista. E quante iniziative sempre originali e creative per la produzione culturale nazionale ma anche internazionale: non fu Lui che aprì la redazione a studiosi di varie discipline d’altri paesi? Sì che lassù potrà ora rivedere altri cari amici, ultimo dei quali Giuliano, e continuare le sue passeggiate armoniose e ricche di idee e sentimenti veri. Ciao Mario Gabriele, sei sempre comunque in noi!”
Per Vincenzo Napolillo “È stato un intellettuale irpino di solida cultura umanistica, fondatore della rivista “Riscontri”, impegnato nell’insegnamento liceale e nella dirigenza scolastica, critico letterario di vaglia, che ha concepito la Storia della letteratura italiana come un’esperienza fondamentale dell’uomo: quella della fantasia, dell’invenzione e della creatività. Riposi in pace”
Ad esprimere vivo cordoglio l’amministrazione comunale di Grottolella “Con grande dolore, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale di Grottolella apprendono della scomparsa del nostro illustre concittadino, il preside Mario Giordano. Mario Giordano è stato un uomo di straordinaria cultura, un professore, scrittore e un educatore di grande autorevolezza, che ha contribuito in modo significativo alla crescita intellettuale e sociale non solo della nostra città, ma dell’intera provincia di Avellino.
La sua figura ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale, educativo e politico, arricchendo con il suo impegno ogni ambito in cui si è speso.
Grottolella è profondamente orgogliosa di aver dato i natali a una persona che ha rappresentato un modello di dedizione, passione e integrità. Qualche anno fa la nostra comunità ha avuto l’onore di consegnargli il riconoscimento di “Cittadino Illustre”, un piccolo segno di gratitudine per tutto ciò che ha fatto per la cultura e l’educazione. Oggi, mentre lo ricordiamo con affetto e stima, ci stringiamo alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di collaborare con lui. La sua eredità di valori e sapere continuerà a vivere nei cuori di tutti noi. L’Amministrazione comunale di Grottolella esprime il suo più sentito cordoglio, ricordando con gratitudine il profondo impatto che Mario Giordano ha avuto sulle nostre vite e sulla nostra comunità”.
I funerali si terranno domani pomeriggio, alle 16, nella chiesa di San Ciro. Ai familiari giunga l’abbraccio del direttore Gianni Festa e della redazione.
