Arriva la condanna definitiva, nel processo per il cinquantanovenne di Altavilla Irpina accusato di aver abusato sessualmente di una diciassettenne approfittando della circostanza che era legato alla famiglia da rapporti di amicizia ed era il padrino di battesimo della stessa ragazza.
A decretarlo i giudici della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, che hanno rigettato il ricorso della difesa dell’imputato contro il verdetto emesso a marzo dai giudici della IV Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, che aveva confermato la sentenza del Gup del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, che aveva accolto la richiesta della Procura e della difesa di parte civile rappresentata dall’avvocato Veronica Preziosi, condannando il cinquantanovenne a quattro anni e due mesi di reclusione, riconoscendo solo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti e disponendo una provvisionale immediatamente esecutiva di 15mila euro per le parti civili.
Dopo la condanna ci saranno anche misure che dispongono l’allontanamento e la distanza dalla vittima e dai minori. La condanna era stata impugnata dal legale del cinquantanovenne, il penalista Alberico Villani. Il cinquantanovenne di Altavilla Irpina e’ accusato di aver costretto una diciassettenne residente in un comune dell’hinterland avellinese a subire rapporti sessuali.
Gli abusi sarebbero stati compiuti di notte, mentre la 17enne dormiva. Dopo la denuncia presentata dai familiari ai quali la ragazza aveva confidato la violenza, l’attività investigativa, coordinata dal pm Cecilia Annecchini, è giunta ad un punto di svolta grazie all’esame del dna e delle risultanze del Ris di Roma, depositate il 23 gennaio 2023 e soprattutto anche per quanto ricostruito dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, la Sezione specializzata nei crimini di genere e contro minori.
La diciassettenne sarebbe stata violentata dal padrino di battesimo approfittando della familiarità e della convivenza, in almeno due occasioni. La prima nell’agosto del 2022 mentre si trovava sul divano a casa. Sarebbe stata solo la sua ferma opposizione a far desistere l’uomo. Che però a distanza di qualche mese, il 2 ottobre del 2022, approfittando della convivenza con la famiglia della vittima, nel corso della notte avrebbe abusato della stessa, che si era svegliata la mattina con un forte dolore di pancia oltre che con gli indumenti intimi strappati. Proprio dalle tracce sugli indumenti e dal confronto con il DNA dell’imputato erano partite le indagini dei Carabinieri e della Procura.