AVELLINO – Giuseppe De Mita, di Base Popolare, questo pomeriggio al circolo della stampa ha presentato una lista che “forse” ci sarà. Sì, “forse”, perché alle due domande fondamentali ha risposto in maniera arguta ma sfuggente. Presenterete una lista vostra alle Amministrative? E’ già pronta?: “Ci stiamo lavorando”. Nel caso la mettiate in campo, starete nel centrodestra, nel centrosinistra o con i cosiddetti Festiani? “Al momento le proposte politiche di centrodestra e centrosinistra mi sembrano alquanto fragili. Proveremo ad utilizzare questi ultimi giorni che mancano prima della presentazione delle liste per capire meglio…”.
Intanto, qualche nome della “possibile” lista di Base Popolare lo possiamo immaginare, magari partendo dai tre relatori che hanno animato il convegno di questo pomeriggio al circolo della stampa di Avellino (De Mita era in platea e ha poi preso la parola per le conclusioni): al tavolo c’erano Maria Rosaria Famoso, Pina Pedicini e Salvatore Biazzo. A quest’ultimo è stato riservato l’onore di aprire i lavori: “Il nostro motto è Abc. ‘A’ come ambiente, ‘b’ come benessere e ‘c’ come cultura”, a simboleggiare un po’ anche la situazione disastrata in cui, almeno a livello amministrativo, si trova la città, con un Comune commissariato e un ex sindaco agli arresti domiciliari, e quindi la necessità di ripartire da zero, dall’abc.
Maria Rosaria Famoso viene dal mondo del sociale, e ha fatto capire che l’azione di Base Popolare sarà molto attenta a questi temi, alle donne, alle mamme lavoratrici, ai disabili, agli anziani: “Spesso ci capita di vedere gli anziani che passano il tempo a guardare gli infiniti cantieri di Avellino. Il compito dell’amministrazione comunale dovrà essere anche quello di coinvolgerli di nuovo nel tessuto sociale, di farli ridiventare una risorsa per la comunità”.
Determinata e concisa è stata poi la signora Pedicini: “Anche io vengo dal mondo delle operatrici sociali, ma per Base Popolare ho il compito di occuparmi di ambiente. La tutela dell’ambiente non deve essere più un fine a cui tendere, ma un mezzo con cui costruire la nostra città. Una città non più antropocentrica, ma biocentrica. Su queste basi andrà realizzato un nuovo Piano urbano per la sostenibilità”.
Infine l’intervento di “sintesi” di De Mita nel quale ha ribadito la distanza attuale rispetto alle altre coaiizioni in campo. Magari dal modo in cui ne ha parlato si potrebbe tentare di capire verso quale fronte potrebbe propendere: del centrosinistra ha parlato in termini poco lusinghieri (“…non è la prima volta che si candida qualcuno per il Pd che fino al giorno prima parlava male del Pd…”); del centrodestra ha parlato di sfuggita, solo menzionandolo e senza entrare nel merito della sua azione politica; del fronte festiano non ha fatto alcun cenno. Zero. Nemmeno di struscio.
Più articolato invece, il suo discorso sul tema del civismo: “Non ha più alcun senso parlare di destra e sinistra, di fascisti e di liberatori. Non sono più concetti concreti. La nostra sfida è costruire un nuovo paradigma: mettere al centro le interazioni, non più l’uomo. In questa epoca in cui l’io e l’individuo sono diventati così predominanti, le persone si scoprono estremamente fragili. Per questa ragione serve un nuovo paradigma, che metta al centro le interazioni sociali, che possa portare le persone a capire le proprie responsabilità e che possa così aiutare la comunità a crescere e a migliorare”.