“Sulla delocalizzazione degli uffici comunali non capiamo perché tornare indietro di 30 anni, quando fu deciso di accorpare gli uffici in un solo luogo“. E’ il fatto che alimenta i dubbi di Francesco Iandolo, componente del gruppo di minoranza Avellino Prende Parte, sullo spostamento degli uffici comunali da Piazza del Popolo.
Con Iandolo ci siamo confrontati sui tanti temi che stanno interessando l’attualità politica avellinese, con uno sguardo alle prossime elezioni amministrative.
Si stanno per concludere i lavori per il polo dislocato in città dell’Università degli studi di Salerno. Quindi il domino che coinvolgerà gli uffici comunali ha inizio?
“Non siamo stati coinvolti nella fase di decisione e nemmeno in seguito. Quello in stato più avanzato è lo spostamento dell’anagrafe che presenta diverse criticità per le quali non si sa se si riuscirà a trovare una soluzione. Per quanto riguarda l’università al piano terra gli ambienti sono quasi tutti pronti, ma non sappiamo come avverrà la convivenza con il consiglio comunale. Non capiamo il perché tornare indietro di 30 anni, quando fu deciso di accorpare gli uffici in un solo luogo“.
C’è in atto una prova di forza da parte del sindaco Festa sul centro autismo di Valle, per il quale, a quanto pare, il Comune opterebbe per una soluzione privata, a discapito dell’Asl. Se dovesse andare in porto, quali sarebbero le conseguenze? E perché si è scelta questa strada?
“Purtroppo non si sta facendo altro che proseguire una battaglia già ingaggiata alcuni mesi come la modifica unilaterale, portata in consiglio comunale, dell’accordo- degli anni ’90 – sulla costruzione della città ospedaliera e la questione dell’ampliamento del pronto soccorso. Con il centro per l’autismo si arriva al culmine e, come al solito, con un colpo di teatro, il sindaco ha tirato fuori una possibilità che non è stata discussa con nessuno. L’Asl aveva progettato di installare in quel luogo il suo centro appostando risorse economiche. Invece di parcellizzare i servizi bisognerebbe metterli in rete“.
E’ arrivato settembre, mese che ci si era dati come scadenza nella scelta del candidato sindaco. Come procedono i confronti all’interno della coalizione di centrosinistra?
“Dai prossimi due appuntamenti, che sono già in calendario, usciranno fuori altre tematiche e altre priorità che ci aiuteranno nella scelta del candidato sindaco. Chiusa questa fase, in tempi abbastanza rapidi, individueremo il profilo giusto“.
Si discute molto della soluzione primarie. Siete d’accordo?
“In un percorso che va avanti da così tanto tempo e che ha come obiettivo il fare sintesi, arrivare alla condivisione di un candidato sindaco con una modalità collegiale come le primarie sarebbe una scelta condivisibile. Su questa modalità non siamo contrari a prescindere. Da un lato è uno strumento di condivisione ulteriore, da un altro abbiamo tutti il timore di possibili interferenze. Con questo percorso stiamo già facendo un qualcosa che in controtendenza con quanto fa l’amministrazione. Ascoltiamo e coinvolgiamo chiunque abbia voglia e interesse“.
Il suo però sarebbe il profilo perfetto: giovane, di rottura. Non la prende in considerazione una possibile candidatura?
“Per come intendiamo noi la politica non ci si candida ma si viene candidati. Per chi ha scelto di mettersi al servizio della comunità lo fa a prescindere da qualsiasi ruolo“.