Si fa riflessione sulle ferite che ci segnano per sempre “Ho chiuso con te” di Emanuela Esposito Amato, al centro del confronto tenutosi ieri a Villa Amendola, nel segno della rassegna “Avellino letteraria”. A confrontarsi con il direttore artistico Annamaria Picillo, il giornalista, Paolo Matarazzo e il giornalista Carlo Farina. A far rivivere alcune scene del romanzo le coinvolgenti attrici Anna Savelli ed Angela Martino. E’ il giornalista Carlo Farina a sottolineare la forza di una storia costruita come una sceneggiatura, a partire dal rapporto tra due gemelle, Lola e Nina, identiche nell’aspetto ma profondamente diverse nel carattere, una più riflessiva, l’altra più ribelle. Dopo la morte dei genitori, tutto cambierà per sempre, Lola fuggirà a Parigi nel tentativo di realizzarsi nel mondo della moda, Nina deciderà di rimanere a Napoli per dedicarsi all’arte. Sarà, poi, Nina a chiedere a Lola di tornare, chiedendo di prendere il suo posto e di sedurre un misterioso avvocato che l’ha fatta soffrire.
“Centrale – spiega Farina – è il ruolo delle maschere che indossiamo per sopravvivere. Nina descriverà alla sorella l’avvocato come un uomo anaffettivo e crudele. Ma più volte il lettore si interroga sulla veridicità delle sue parole, su chi sia veramente la stessa Nina. E’ come se tutti i personaggi conservassero un alone di mistero”. E’ Paolo Matarazzo a sottolineare come “Le due bambine si ritrovano, dopo la tragedia della morte dei genitori, catapultate in altre case, si allontanano l’una dall’altra ma il dolore persiste come la rabbia che cresce e che trova alimento nella loro lontananza”. Ribadisce come si tratti di un libro sulla “necessità di essere autentici, mettendo da parte ogni maschera, sulle violenze che possono caratterizzare qualsiasi rapporto di coppia che non può essere basato su possesso e manipolazione. Poichè se amiamo lasciamo liberi”, A parlare del potere della narrazione “che deve coinvolgere il lettore, facendolo immergere nella storia” è l’autrice che sottolinea l’importanza della lettura che “solo ci consente di viaggiare in altri mondi”. Per chiarire che “Malgrado il titolo sia perentorio, ogni relazione può evolversi in maniera imprevedibile”. Bravissimi i musicisti de “La triade” Emilio Ragno, cantante, Domenico Annecchiarico, piano classico e Matteo Castaldo, chitarra classica capaci di rileggere con maestria alcuni classici della musica italiana